La primavera avanza a grandi falcate: il bel tempo e le prime giornate serene ci stanno velocemente facendo dimenticare il freddo dell’inverno, invitandoci ad uscire e a ritrovarci nei nostri luoghi del cuore, che sia al lago, al mare o al cospetto della laguna per ritemprarci.
Con i primi tepori, riprenderci i nostri spazi per assaporare i raggi caldi del sole è quasi un obbligo, per il corpo e per lo spirito: naturalmente, il tutto si incornicia alla perfezione solo intorno ad una bella bottiglia di bollicine; già, ma quale scegliere?
Ovviamente quelle del nostro Barone Costa, magari abbinate ad uno dei crostacei del nostro Made in Italy più gustoso, quello delle Valli di Comacchio! La nostra proposta del giorno?
Bollicine Costa e ostriche rosa di Comacchio nello scenario degustativo perfetto proposto dal ristorante Il Canarin.
Il Canarin: una location esclusiva per una bottiglia speciale
Il Canarin domina i panorami di Porto Tolle, in provincia di Rovigo, dal 2003. Il concept iniziale era semplice ma incredibilmente efficace: due barconi attaccati al molo che, successivamente, si sono trasformati in una vera e propria palafitta – con tanto di terrazza esterna circondata da grandi vetrate – sostenuta da 60 pali che affondano proprio nella sacca del Canarin, a 600 metri dal mare. Ambientazione spartana, mise en place con tovagliette, panorami e sapori da mozzare il fiato.
La cucina del Canarin è tradizionale ed estremamente legata al territorio: materie prime di laguna e mare diventano ingredienti per gustosi piatti tipici, tra anguille, cozze, vongole ma soprattutto verdure locali e richiestissime ostriche rosa del posto.
Insomma, acqua, sale, terra… e il vino giusto!
La Famiglia Costa attraverso i secoli
La Famiglia Costa ha una storia lunga oltre due secoli in cui ci siamo inoltrati, con stupore e meraviglia, qualche mese fa.
Il suo rapporto con il vino è nato con il tempo, perché tutto è partito da molto lontano, a Cagliari, dove si occupava di automotizzazione di mulini a 7 piani; la casata produceva anche la miglior pasta del Regno d’Italia che, dal capoluogo sardo, veniva distribuita via nave in tutto il territorio.
Oggi Massimiliano Enrique Costa produce il suo vino con la stessa identica cura e passione: la sua missione è fare in modo che i suoi clienti possano concedersi a tavola genuinità a basso costo, che l’eccellenza sia alla portata di tutti. D’altronde, dallo scorso anno, alcune proposte targate Baron Costa sono persino approdate all’Aliper.
L’impegno è massimo in tutta la produzione e lo si riscontra in ogni piccolo particolare:
- la fermentazione monolattica;
- il tappo in sughero;
- la capsula in alluminio;
- le bottiglie in vetro non riciclato;
- le etichette autodesive numerate.
Tutti i lotti, infatti, sono numerati bottiglia per bottiglia.
Il nuovo vino “segreto” che farà capolino in Italia a Maggio
Il 2021, per le etichette targate Barone Costa Vini, sarà carico di novità.
Il Barone, infatti, ci ha rivelato un’esclusiva che, sottovoce, condividiamo anche con voi: è in arrivo un nuovo vino estivo del Garda che rallegrerà le nostre escursioni lungo il lago più bello d’Italia!
Il suo nome?
Quello non possiamo dirvelo: è un segreto che rimarrà tale fino al giorno del lancio di questa nuova bottiglia, previsto tra un paio di mesi.
Quello che possiamo anticiparvi, però, è che gli appezzamenti di produzione si trovano proprio intorno al Lago di Garda: l’uva viene prelevata da Salionze – Valeggio sul Mincio, Custoza e Bardolino; si tratta di pochi grappoli di Garganega, Pinot Grigio, Cabernet Sauvignon, Corvina, Corvinona e Rondinella.
E non finisce qui!
Le botti di invecchiamento del Garganega e del Pinot Grigio (dove riposano prima di essere messi in autoclave) sono in rovere vecchio (barrique), trattate con affumicature speciali e lavate anticipatamente con del Novello in modo che non rilascino alcun sentore di legno: una pratica da sempre attuata dalle cantine Costa che garantisce alle Bollicine di casa quella peculiare delicatezza al palato che riporta alla mente quasi la raffinatezza del Crémant d’Alsace francese.
Bollicine Costa: frizzante delicatezza
I grandi appassionati italiani conoscono bene il vino Costa Bollicine: non tutti, però, sanno che si tratta di una bottiglia che ha un incredibile successo all’estero, esportata attualmente anche in Cina, Germania e Austria. Come non sanno che le prime produzioni di Alabarda IGT Veronese non sono mai arrivate sulle nostre tavole: le annate 2009 e 2011, infatti, sono state vendute in blocco direttamente a Tsingtao, Pechino e Shangai ad un prezzo di ben 280 euro a bottiglia.
Il segreto dei vini Costa è che vanno bene dall’aperitivo fino al dolce grazie ad una morbidezza spiccata data dall’appassimento dei rossi e dalla fermentazione monolattica parziale dei bianchi; le Bollicine vengono spumantizzate per molti mesi con il metodo Charmat lungo Martinotti per creare una bolla fine come lo champagne: non si riesce a notare la differenza tra gli spumanti classici e questo prodotto.
Parliamo di un 90% Garganega e un 10% Pinot Grigio Garda DOC declassate in IGT Veronese: gli unici luoghi in cui è possibile assaggiare l’Alabarda abbinato al pesce sono il Canarin, dove è accostato al capitone, e la Tavernetta Dante, che portano in palmo di mano questo vino da 150 euro a bottiglia, fiore all’occhiello dell’azienda Costa. Un vino composto da 6 uve veronesi per appassimento, da 15 gradi, numerato: 900 bottiglie per annata ogni due anni, in botte grande ogni 5.
La nuova etichetta in uscita a Maggio verrà principalmente venduta nei mercati e ristoranti tedeschi ma sarà anche presente, in esclusiva, nella Osteria “A modo mio” di Conselve (dove siamo siamo qualche tempo fa per la vernice del maestro Gelindo Baron), alla Tavernetta Dante, al Canarin e al RistòItalia di Sebastiano Bruschi e Licia Lionello.
E noi non vediamo l’ora di versarne il nettare nei nostri calici!
Buonissimi vini ne vale la pena di provarli.