Il Chiaretto che verrà

E’ sempre suggestivo passeggiare sul lungo lago gardesano. Lunedi 10 dicembre, complice l’aria tersa e l’atmosfera natalizia, lo è stato ancora di più per gli appassionati del Chiaretto che è stato presentato, al pubblico e operatori di settore, prima dell’imbottigliamento. Quaranta le cantine presenti nei banchi d’assaggio, presso il ristorante La Loggia Rambaldi, che hanno proposto il vino della nuova annata, il chiaretto che verrà.

Interessanti le masterclass proposta dal Consorzio soprattutto quella “Chiaretto vs Rosè”. Intrigante degustazione che ha messo a confronto dei chiaretti di Bardolino con vini provenienti dalla Coteaux d’Aix, Cote de Provence,Cotes du Roussillon, Languedoc, Cote du Rhone. I chiaretti non hanno sfigurato con i vini d’oltre alpe e questo confronto ha creando l’occasione per riflessioni, confronti e approfondimenti. per

Una denominazione che quest’anno ha festeggiato 50 anni.

Infatti, correva l’anno 1968 quando il Bardolino fu riconosciuto, tra le prime in Italia, Denominazione d’origine Controllata. L’anno di svolta per il Chiaretto, dopo la “rosè revolution” del 2014, è stato il 2018 quando il Consorzio di tutela del vino Bardolino DOC ha chiesto la modifica del disciplinare della DOC “Bardolino” e il riconoscimento dei disciplinari di produzione delle DOC “Chiaretto di Bardolino”. Una vita nuova quindi per questo vino, ottenuto da corvina veronese 95% e rondinella per il restante 5%. Aumenta quindi la presenza dell’uva corvina, rimane obbligatoria la rondinella e facoltative fino al 10% massimo per ciascuna le uve rosse coltivate in provincia di Verona, per un massimo del 20% totale.

Un no rigoroso all’appassimento di uve.

La densità minima di impianto per ettaro non deve essere inferiore a 3.300 ceppi.

La resa massima di uva ammessa per la produzione dei vini non deve essere superiore a 12 tonnellate per ettaro di vigneto. I vigneti iscritti allo schedario viticolo della DOC “Chiaretto di Bardolino” sono idonei anche per produrre vini DOC “Bardolino” e DOCG “Bardolino superiore”, alle condizioni stabilite dai rispettivi disciplinari di produzione.

Titolo alcolometrico minimo 10.5% e acidità 5 g/l

Il Chiaretto di Bardolino si presenta di un colore rosa molto pallido ma brillante, con sentori olfattivi che ricordano agrumi freschi, piccoli frutti rossi, circondati da una nota leggiadra di vegetale. In bocca è sempre interessante la dinamica tra freschezza e sapidità che deve caratterizzare il chiaretto, confermato dai campioni di vasca assaggiati che già avevano questa caratteristica ritrovata poi nei vini dell’annata 2017, anche questi in degustazione.

tavolo. tovaglia. bianca. calice. chiaretto. bardolino.doc.

Dove nasce tutto?

Per capire meglio questo vino, e la sua dinamica freschezza-sapidità, dobbiamo parlare del territorio dove vengono coltivate le uve o in senso più ampio, del terroir Bardolino.

Le colline che circondano la parte orientale del lago sono di origine morenica, originate da ghiacciai. I suoli sono estremamente diversificati, sia per struttura fisica che chimica, ma tendezialmente sono ghiaiosi e profondi. Ricchi di carbonato di calcio e magnesio. Questo fa si che i vini, qui prodotti, siano caratterizzati da sapidità e salinità, nonché da un carattere fresco.

Sono stati ritrovati degli scritti, degli inizi del 1900, che descrivevano il vino della zona come “salatino” oppure “asciutto e leggero, dotato di una sottile sapidità”.

Nota importante da evidenziare è anche il clima, influenzato dalla presenza del lago di Garda, ma anche dalla presenza del monte Baldo e dalla vallata del fiume Adige. La zona, quindi, si caraterizza per avere estati calde e inverni miti, infatti qui prospera la coltivazione dell’olivo.

Un territorio ricco di storia

Per completare l’analisi del terroir ci piace ricordare che sono stati ritrovati dei reperti dell’epoca del bronzo, reperti romani e si possono ancora ammirare raffigurazioni di grappoli in alcune chiese medioevali a conferma che qui, a Bardolino, c’ è una lunghissima e radicata tradizione vitivinicola.

Sembra che la descrizione sulla “preparazione” del chiaretto risalga al 1896 ad opera del senatore, avvocato e scrittore veneziano Pompeo Molmenti.

Il Chiaretto oggi

Oggi il Chiaretto è un vino popolare, nelle varie tipologie da fermo allo spumante al rifermentato.

Dati ufficiali del Consorzio dicono che le vendite vedono come protagonista principalmente l’Italia e la Germania, ma importante è l’incremento nei mercati statunitensi, canadesi e scandinavi.

Il Consorzio Tutela del Chiaretto e del Bardolino attualmente annovera 1029 soci di cui 795 viticoltori, 120 vinificatori e 114 imbottigliatori.

L’ estensione del vigneto della doc è di 2576 ettari, di cui 1000 di Chiaretto.

Le bottiglie di Chiaretto prodotte nel 2017 ammontano a 9,5 milioni con incremento del 2% rispetto al 2016.

Al termine di questa giornata full immersion, su questo vino possiamo sicuramente affermare che “il chiaretto che verrà” è frutto di una scommessa già vinta grazie alla caparbietà del Consorzio di Tutela e dei suoi soci che hanno saputo valorizzare il territorio, la storia e le loro uve autoctone.

Non ci resta che aspettare marzo 2019 per ritrovarci a Lazise per la prossima anteprima del Chiaretto.

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