Conegliano Valdobbiadene: il Prosecco Superiore DOCG descritto in un libro attraverso 19 sottozone

Provate a rispondere a questa domanda: cos’è che rende davvero speciale un vino?

Sarà, forse, il metodo di coltura delle viti? La maturazione in barrique? La scelta della sagoma e del colore da dare alla bottiglia in cui riposerà?

Alle spalle di tutte queste componenti, ce n’è una che costituisce la base di ogni cosa: il territorio. Ogni vino è figlio dei propri terroirs, dell’angolino di mondo in cui nascono, crescono e prolificano le viti da cui viene prodotto; ed è proprio da questa evidenza che, per chi ha voglia di saperne di più, è nato un libro che vale la pena tenere sul comodino.

Un libro sulle 19 sottozone che rendono unico il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG

Risale proprio ai giorni scorsi la presentazione del volume: “I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco. Studio sull’origine della qualità nelle Colline Patrimonio Unesco“, curato dai ricercatori Federica Gaiotti e Diego Tomasi.

Il libro è un viaggio attraverso le 19 sottozone che rendono unico il Prosecco Superiore DOCG che nasce nelle terre del Conegliano Valdobbiadene. È frutto di studi ed analisi condotte su questo prezioso territorio viticolo nostrano e si articola proprio in 19 storie, specifiche e distintive, in cui lascia immergere, man mano, il lettore.

L’obiettivo? Dare rilevanza ad ogni frammento di territorio della Denominazione, in modo da farne emergere le peculiarità attraverso l’esplorazione delle caratteristiche morfologiche, culturali e storiche… perché anche la tradizione dei viticoltori è parte del processo, influenzando la gestione dei vari appezzamenti.

Insomma, non solo scienza: tra esperienze, sperimentazioni e misurazioni, anche le tradizioni fanno la loro parte, affiancandosi a tutti i fattori materiali e umani che concorrono alla qualità dell’uva e, di conseguenza, del vino.

È lo studio a 360 gradi del terroir.

Un terroir con riconoscimento Unesco

Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela, ha dichiarato: “Questo studio fornisce la conferma che il luogo di origine di un vino sia parte integrante e irrinunciabile del suo valore e scardina la teoria del “primato del vitigno” che attribuisce a quest’ultimo il maggior peso e responsabilità nel determinare il risultato qualitativo di un calice“.

Non esiste in Italia altro territorio così studiato e scandagliato nei minimi dettagli al fine di averne rispetto e credere nel suo futuro. Ci auguriamo che dalla lettura emerga la difficoltà del lavoro del viticoltore, soprattutto in aree poco accessibili, dove il lavoro è concesso solo a mani abili ed esperte senza l’ausilio di mezzi meccanici. La consapevolezza di questo ruolo implica impegno e conoscenza ed è segno di una visione futura indispensabile per un terroir blasonato e prestigioso come il Conegliano Valdobbiadene Docg. Questo terroir è tra i pochi ad avere ottenuto il riconoscimento Unesco; di conseguenza, è unico e come tale va studiato e conosciuto, ma soprattutto protetto“, hanno aggiunto Tomasi e Gaiotti.

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