Quattro grandi mostre al Roncale e al Roverella. Un polesine che sa far immaginare.

Il Covid non sembra fermare le Grandi Mostre nel 2021 nelle sale di Palazzo Roverella e Roncale.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, infatti, affronta questo particolare anno proponendo ben quattro grandi mostre.

Ai giornalisti in conferenza stampa, il Presidente Gilberto Muraro ha voluto sottolineare l’importanza che la cultura deve rivestire nel rilancio economico del Paese rappresentando un volano per le finanze e anche per la ripartenza del turismo, ricordando che l’attività operata negli anni è stata ben apprezzata dall’utenza.

Le mostre a Palazzo Roverella

Attualmente a Palazzo Roverella si può ammirare la preziosa monografica di Marc Chagall, che è risultata essere una delle esibizioni più visitate in Italia, per tale ragione prorogata sino al 14 marzo.

Seguirà poi “Arte e Musica. Dal Simbolismo alle avanguardie”, un’esposizione che partirà il 1° aprile e tratterà del legale che intercorre tra arte e musica analizzando la corrente pittorica che si è dedicata ed ispirata alle opere dei grandi nomi della musica, tra i quali ad esempio Wagner.

Una tematica coinvolgente ed appassionata che si è espansa anche nella Vienna imperiale del 1900: nel 1902, infatti, si è dedicata una mostra di dipinti nati dalle opere di Beethoven. Il percorso espositivo tratterà, poi, di noti artisti come Giacometti, Kandinskij, Klee, Kupka, Del Marle, di come questi spiriti visionari hanno saputo far conciliare il disegno alle note.

Arte e musica a Palazzo Roverella

Sarà una mostra particolare perché l’arte verrà vissuta e declinata sulla base di una “relazione” con un’altra arte, quella musicale, appunto.

Il visitatore verrà dunque investito dell’importante ruolo di interprete non solo dell’opera in quanto tale ma anche della capacità dell’autore di cogliere lo spirito delle note e trasporlo nei colori, nelle forme e nello stile.

Personalmente, lo trovo un esperimento interessante e astuto, una forma di dialogo con chi guarda che lo pone non più come soggetto passivo “che accoglie” dentro sé una mostra ma come “autore” di un pensiero critico analitico di ciò che osserva, tramite il “paragone” o il “simbolo che diviene fònos” e lo spettatore a sua volta diviene – o, meglio, può divenire – “agente”. Laddove per agente si richiama il sostrato magico di tale agire, con la specifica accezione di “in me imago agere”, etimo noto del verbo immaginare.

Penso che le opere riuscite, e lo penso in anteprima, saranno quelle i cui sapienti usi degli spazi, dei colori e dei tempi riusciranno a far immaginare le note, in un richiamarsi tortuoso e vicendevole.

Sempre al Roverella, in autunno, verranno ospitate fotografie, anzi Le Fotografie, perché avremo la possibilità, Covid permettendo, di vedere dal vivo gli scatti del noto e apprezzatissimo Robert Doisneau, un artista inquieto e appassionato che sapeva rubare al tempo ed allo spazio attimi intensi, catturarli all’occhio e renderli eterni.

Robert Doisneau a Palazzo Roverella

Le mostre a Palazzo Roncale

Il Roncale, invece, in questo 2021 ci offre due originali mostre che approfondiscono l’anima e l’ontologia stessa della terra polesana.

Da metà marzo “Quando Gigli, la Callas e Pavarotti… I Teatri Storici del Polesine”, portando in scena i sette teatri storici del Polesine, strutture d’autore interessanti dal punto di vista storico culturale, che verranno narrate da foto d’epoca e reperti datati.

Palazzo Roncale per i Teatri del Polesine

La seconda mostra sarà un appuntamento autunnale, non ancora però reso noto dalla Fondazione.

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