Perfetti sconosciuti: ognuno di noi ha davvero tre vite?

Tutti gli esseri umani hanno tre vite: una pubblica, una privata e una segreta” diceva Gabriel Garcia Márquez. Un’affermazione che, nell’era degli smartphone e dei social, prende una piega persino più potente.

Perfetti sconosciuti” è un film di Paolo Genovese che lo scorso 11 Febbraio ha compiuto i suoi primi 5 anni di vita. Una pellicola che è stata amata e odiata ma a cui è stato impossibile restare indifferenti: con un finale di quelli che ti lasciano l’amaro in bocca per giorni, mesi, forse per sempre.

La trama

Perfetti sconosciuti

La prima peculiarità del film è che tutto ha luogo quasi totalmente in una stanza d’appartamento, in uno scenario claustrofobico (ma non disturbante) che ricorda molto i concept cinematografici di Roman Polański.

La “scusa” con la quale un gruppo di amici si ritrova attorno ad un tavolo è una cena organizzata dai padroni di casa, Eva (Kasia Smutniak) e Rocco (Marco Giallini), sposati da anni ma in fase di crisi. All’appuntamento – che si correderà di una scenografica e fondamentale eclissi lunare – si presentano Cosimo (Edoardo Leo) e Bianca (Alba Rohrwacher), novelli sposini in cerca di un figlio, Lele (Valerio Mastandrea) e Carlotta (Anna Foglietta), anche loro coppia in crisi matrimoniale, e Peppe (Giuseppe Battiston), fidanzato con una certa Lucilla che, però, non è con lui.

L’atmosfera è molto confortevole, naturale, friendly: chiacchierando, i vecchi amici si ritrovano a discutere della separazione di un’altra coppia avvenuta a causa di alcuni messaggi intercettati dalla moglie sul cellulare del marito. Da lì, la proposta di un esperimento sociale: mettere i cellulari sul tavolo e condividere pubblicamente con i presenti qualunque messaggio o telefonata si riceva nell’arco della serata.

Da questo momento in poi, lo scenario che si apre è un crescendo devastante e potentissimo di ironia, disperazione, tristezza, amarezza, delusione. Ma non è nulla al confronto del finale che attende gli spettatori; al confronto della fine di quell’eclissi lunare.

E chi ha già visto questo film sa di cosa parlo.

Di quella terribile sensazione che si prova nello scoprire che le persone che abbiamo intorno da sempre non sono altro che “perfetti sconosciuti”. O di sospettarlo, senza mai volerlo davvero ammettere a noi stessi fino in fondo.

Guinness dei primati come film con più remake in assoluto

Perfetti sconosciuti, 2016

“Perfetti sconosciuti” si impose immediatamente come secondo film dell’anno in Italia, un successo unanime di pubblico e di critica – che non è così comune da sperimentare – che spinse moltissimi Paesi a chiederne i diritti per girare dei remake.

Nel 2019, la pellicola è addirittura entrata nel Guinness dei primati come quella con più remake in assoluto nella storia del cinema. Russia, Francia, Stati Uniti, Cina, Grecia, Spagna e tantissimi altri hanno tutti avuto la loro personalissima versione di successo; un titolo che si è imposto nel panorama cinematografico mondiale come uno dei migliori film italiani dell’era moderna.

Notizia delle ultime settimane è quella di un remake arabo che si sta girando proprio in questi giorni in Libano.

Premi e riconoscimenti

In un clima del genere, era facile aspettarsi che il film ricevesse tantissime candidature, ma sono stati numerosi anche i premi e le statuette vinte:

  • Miglior film e sceneggiatura ai David di Donatello 2016;
  • Migliore commedia e canzone originale ai Nastri d’Argento 2016 (con nastro d’argento speciale a tutto il cast);
  • Migliore commedia al Globo d’oro 2016;
  • Miglior film, sceneggiatura e attore protagonista (Marco Giallini) al Ciak d’oro 2016;
  • Premio Tonino Guerra al miglior soggetto al Bari International Film Festival 2016;
  • Miglior sceneggiatura al Tribeca Film Festival;
  • Miglior regista al Premio Flaiano 2016;
  • Guinness World Record come film col maggior numero di remake nel 2019.

Le polemiche

Nonostante l’ottima reputazione che “Perfetti sconosciuti” si è portata dietro sin da subito, non sono mancate le polemiche.

Qualuno ha addirittura insinuato che si trattasse del plagio di un’opera straniera, mentre lo stesso regista aveva già chiarito in un’intervista da dove fosse arrivata la sua ispirazione: dalla separazione di una coppia di suoi amici.

Lui, vittima di un incidente stradale, era finito in ospedale; gli infermieri avevano affidato il suo cellulare alla moglie che, proprio grazie a quell’imprevisto, si era resa conto di essere stata tradita, ritrovatasi faccia a faccia con i messaggi che il marito scambiava con l’amante.

Insomma, per quanto sia difficile da accettare, è proprio vero che:

I cellulari sono diventati la scatola nera della nostra vita.

Eva – Perfetti sconosciuti
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