La tradizione che lega l’essere umano al vino affonda le radici nella preistoria e le sue origini sono praticamente insondabili.
Da sempre, potremmo dire, uomini e grappoli d’uva condividono esperienze, territori, storie. Proprio per questo, quello del wine è un settore in continua evoluzione ed ogni giorno è possibile imbattersi in novità e scoperte che ne popolano il panorama – non solo veneto, ma italiano e mondiale – di colori e note di sapore da esplorare, per la gioia dei sommelier.
Ed è stato proprio per questo che ci siamo imbattuti in nuova identità da mettere a fuoco: quella dei vini vegani.
Curiosi di sapere di cosa si tratta?
Vini vegani: identità consapevole
Il mondo del food & wine si sta velocemente diversificando, offrendo a tutti la possibilità di personalizzare la propria dieta e la propria tavola.
Se da un lato, ad esempio, cresce il numero di vegetariani o di consumatori attenti del biologico, dall’altro non bisogna dimenticare che anche il settore “drink” viene parallelamente coinvolto; al 100%.
Abbiamo scoperto che sono sempre di più le cantine che, nel nostro Paese, scommettono su questo segmento di mercato. Ad oggi, la produzione è già di alcuni milioni di bottiglie!
Molte vengono, chiaramente, esportate verso altri Paesi (il Nord Europa, ad esempio, è rinomato per la sua filosofia vegan), ma si tratta di un trend che investe anche l’Italia, non solo per quanto riguarda i consumatori vegani, ma per tantissimi curiosi e appassionati di cucina consapevole.
Ma che caratteristiche deve avere un vino per essere definito “vegano”?
In pratica, gli enologi devono sganciarsi da qualunque concetto di sfruttamento animale, dove per “sfruttamento” si intende anche l’utilizzo di ingredienti risalenti, appunto, agli animali: insomma, se ambiscono al bollino verde, niente albumina, caseina e colla di pesce nelle loro “ricette wine”.
Come fa un vino vegano, allora, a mettere in pratica quel processo che lo stabilizza, eliminando le sostanze in sospensione per renderlo limpido?
Grazie alla tecnologia!
Al momento, sia chiaro, non è stato ancora dichiarato un unico standard nazionale, ma esistono procedure e chiarificanti di origine fossile (ad esempio, la polvere di roccia) o vegetale che eseguono alla perfezione il loro lavoro, restituendo, alla fine, un risultato più che eccellente.
Facendo qualche ricerca, ho scoperto quali sono i vini vegani più gettonati della nostra regione!
Vini vegani veneti
- Prosecco Doc Treviso Bio Brut Vegan – “Amets” è il nome che l’ex campione di ciclismo Marzio Bruseghin ha scelto per i suoi vini bio e vegan. In lingua basca significa “sogno”. Il suo Prosecco Doc Treviso Brut Vegan è molto elegante, dai profumi fruttati (pesca bianca) e dalle note agrumate, con sensazioni di timo e salvia. Fresco al palato e con una componente sapida, nasce in un luogo unico al mondo: le Prealpi Trevigiane, a 430 metri sul livello del mare. E ogni bottiglia costa meno di 15 euro!
- Bioldo Bio Vegan Asolo Prosecco Superiore Docg – questo è uno spumante che nasce da una vinificazione e una successiva spumantizzazione di uve biologiche vendemmiate a mano. Perlage fine, elegante schiuma, bouquet fruttato misto a note floreali, si rivela perfetto per gli aperitivi e gli antipasti… ma anche ingrediente d’eccezione per un grande risotto! L’etichetta è prodotta da Val D’Oca.
- Muller Thurgau Trentino Doc 2016 – per questa bottiglia ci spostiamo di qualche chilometro, andando verso il Trentino. Si tratta di un vino fresco, vivace, aromatico (con sentori agrumati e di glicine), incredibilmente profumato. È prodotto dalla Cantina Aldeno, certificata vegana dal 2014 e ideatrice di una vera e propria intera gamma vegan comprendente ben dieci etichette.
E voi, avete mai sorseggiato un vino vegano?