L’intramontabile fascino di “Profondo rosso”: 7 cose che (forse) non sapevi

7 Marzo 1975.

Buio in sala. Film della stagione: “Profondo rosso“, di Dario Argento.

Dopo i primi minuti, alcuni spettatori cominciano a sentirsi confusi, a “vivere” la stessa inquietudine del protagonista. Hanno visto qualcosa? È sfuggito loro qualche particolare?

Non era certo il tempo dello streaming e del “rewind”, niente internet e niente YouTube; soprattutto, niente cellulari in tasca. Non c’era modo di controllare immediatamente qualcosa sul web, non esisteva proprio la possiblità di perdersi il gusto di quel “vero” turbamento con una semplice e veloce ricerca in rete. Per questo, invidio molto tutti quelli che hanno potuto godersi genuinamente lo spettacolo!

Guarda, magari hai visto qualcosa di talmente importante che non te ne rendi conto! Sai, a volte le cose che vedi realmente e quelle che immagini, si mischiano nella memoria come un cocktail, del quale non riesci più a distinguere i sapori.

Tu credi di dire la verità e invece… dici soltanto la tua versione della verità. A me accade spesso…

Carlo

Di “Profondo rosso” sappiamo quasi tutto: da quella sera sono passati, ormai, 46 anni e la pellicola ha avuto un successo planetario incredibile, tanto da consacrarne il regista nell’Olimpo degli artisti – e dei maestri della suspense – a vita.

Ma, a pochi mesi dalla scomparsa di Daria Nicolodi, ironica e bellissima co-protagonista di David Hemmings nel film, nonché ex moglie di Argento e madre di Asia (i due si conobbero proprio su quel set), mi sono resa conto che, forse, ci sono alcune chicche che, anche a distanza di tutto questo tempo, non sono note ai più.

Ecco, quindi, 7 cose che (forse) non sapevi su questo capolavoro tutto nostrano!

#1. Il Blue Bar non esiste

Sono stati tantissimi gli appassionati che sono andati alla ricerca dell’elegante “Blue bar” che sembra comparire in Piazza C.L.N. a Torino… ma sono rimasti delusi. Questo bar, infatti, non esiste ma sembra sia stato realizzato talmente bene da ingannare i passanti, all’epoca! Pare, infatti, che molti abbiano cercato di entrarci, pensando fosse un vero bar.

Si trattava, invece, di pura scenografia ispirata al dipinto più famoso di Edward Hopper, “Nightwalks“.

#2. Finzione e realtà

Daria Nicolodi come Gianna Brezzi in Profondo Rosso

Avete presente la scena in cui Gianna, interpretata da Daria Nicolodi, butta in un cestino la fotografia della precedente fidanzata del protagonista per fargli un dispetto?

Beh, la foto è di Marilù Tolo, ex compagna e collaboratrice di Dario Argento!

#3. Il successo in Giappone, ma con un altro nome

"Profondo rosso" è "Suspiria 2" in Giappone

“Profondo rosso” è molto amato a livello internazionale, ma c’è una curiosità quasi assurda: i giapponesi, infatti, hanno potuto guardare la pellicola soltanto conseguentemente all’uscita di “Suspiria”, che adorarono. Per questo, nel loro Paese il film fu distribuito con il titolo di… “Suspiria 2“!

#4. E se la soundtrack fosse stata curata dai Pink Floyd?

Abbiamo tutti un debole per la colonna sonora curata dai Goblin e per il modo in cui si incastra perfettamente nel plot e nelle riprese del film.

Eppure, non era stata quella la prima scelta del regista che, in un primo momento, era deciso ad affidare il lavoro ai Pink Floyd: la band, però, era impegnata nella realizzazione di quell’altro capolavoro che è “The Wall” e di cui, magari, chiacchiereremo più in là. Da lì, il contatto con Claudio Simonetti… e tutto il resto è storia!

#5. Villa Scott

Villa Scott, Torino

Maestosa, bellissima, ipnotica: Villa Scott, a Torino, è la location perfetta di questo film.

Si tratta di un edificio storico (1902) situato presso la prestigiosa zona della precollina. Rappresenta un meraviglioso esempio di Liberty torinese e una delle opere di maggior prestigio dell’ingegner Pietro Fenoglio.

Venne costruita su commissione di Alfonso Scott, amministratore delegato della Rapid, un’industria automobilistica oggi scomparsa, e passò, poi, alle Suore della Redenzione: diventò un collegio femminile!

Ai tempi delle riprese, la produzione pagò un periodo di villeggiatura a Rimini a tutto lo staff e alle ragazze all’epoca ospitate.

Infine, a inizio nuovo millennio, l’intera struttura è stata acquistata e restaurata da privati che ora ne detengono la proprietà. La villa, pertanto, non è visitabile se non negli immediati esterni visibili da strada.

#6. La firma del regista

Tutti sappiamo che Alfred Hitchcock amava comparire in qualche cameo nei suoi film… una tradizione che è stata ripresa da molti registi moderni, tra cui M. Night Shyamalan e, appunto, Dario Argento.

In questo caso, la traccia che ci ha lasciato è quella delle sue mani che sono, ebbene sì, quelle dell’assassino!

D’altronde, c’è un vero e proprio omaggio al regista britannico: una delle locandine di “Profondo rosso”, infatti, riprende proprio quella di “Vertigo“.

#7. Il titolo originale

Con “Profondo rosso”, Dario Argento attraversava il passaggio che lo avrebbe portato dal genere Thriller all’Horror, da “L’uccello dalle piume di cristallo“, “Il gatto a nove code” e “Quattro mosche di velluto grigio” a “Suspiria“: ecco perché, inizialmente, il titolo del film doveva essere molto diverso e ricalcare quelli dei lavori precedenti.

Al cinema, avremmo dovuto ritrovarci dinanzi ad una locandina che introduceva “La tigre dai denti a sciabola“: una sorta di tranello ordito da Argento per trarre in inganno i giornalisti.

E voi, conoscete altre chicche su “Profondo rosso”?

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