Treviso: omaggio a Renato Casaro, l’ultimo dei grandi cartellonisti del cinema

Con il Veneto in zona bianca, finalmente è possibile godersi le riaperture e le iniziative culturali senza più limiti né vincoli. La prima mostra che varrà sicuramente una visita è quella dedicata a Renato Casaro: “L’ultimo cartellonista del cinema” parte il 13 Giugno nelle splendide sedi del Museo Santa Caterina e del Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso!

Renato Casaro, l’ultimo cartellonista del cinema

Renato Casaro (Treviso, 1935) è un’artista che ha saputo trasporre, attraverso il disegno, l’anima di un film in un manifesto. Un’interpretazione profonda e personale che nasceva durante la lavorazione della pellicola, basandosi esclusivamente su pochi elementi: qualche fotografia di scena, il suo formidabile intuito comunicativo.

Un’arte ormai scomparsa di cui Casaro è ultimo testimone, incarnando simbolicamente la tradizione della scuola italiana di cartellonisti del cinema che, per anni, è stata garanzia e valore aggiunto per il successo di tantissimi film nazionali ed internazionali.

A curare la mostra sono Roberto Festi e Eugenio Manzato, con la collaborazione di Maurizio Baroni: tre specialisti del settore che hanno analizzato l’enorme archivio di Casaro, comprendente oltre mille manifesti e locandine, selezionando tutto il materiale che potesse essere utile per mettere in piedi una galleria che descrivesse un percorso artistico durato cinquant’anni e che è diventato, a sua volta, testimonianza di una parte importantissima della storia del cinema.

La carriera di Casaro è cominciata prestissimo: da ragazzo creava grandi sagome dipinte a mano per il Cinema Teatro Garibaldi ed il Cinema Esperia di Treviso; a soli 19 anni, poi, cominciò a lavorare presso lo studio di Augusto Favalli, a Roma, imparando le tecniche del mestiere. Il suo primo manifesto ufficiale è datato 1955: “Criminali contro il mondo“. Da lì all’apertura di un proprio studio nella capitale il passo è stato brevissimo.


Da Cinecittà a Hollywood, Casaro ha conquistato un’infinità di grandi registi, tra cui Dario Argento, Ingmar Bergman, Bernardo Bertolucci, Luc Besson, Tinto Brass, Francis Ford Coppola, Sergio Leone, Mario Monicelli, Alberto Sordi, Giuseppe Tornatore, François Truffaut, Carlo Vanzina, Carlo Verdone e tanti, tantissimi altri. Un artista poliedrico, versatile, che è riuscito a dare il meglio di sé in diversi generi passando dalla commedia al noir e allo storico senza perdere mai un colpo, raffigurando in una maniera che sarà, a posteriori, considerata iconica quel dirompente fenomeno cinematografico che è stato il Western all’italiana.

La mostra

La mostra documenta 170 film attraverso una nutrita selezione di pezzi restaurati per l’occasione, alcuni dei quali acquisiti proprio per questa esposizione: da citare i rari ed introvabili fogli del decennio 1955-1965, mai apparsi in una mostra, che parlano di un artista in ascesa ed in rapida formazione.


Strutturata in una progressione sia cronologica che tematica, la galleria si arricchirà anche di una serie di bozzetti studio e “originali” provenienti dall’archivio dell’artista e da importanti collezioni pubbliche e private, raccontando le innovazioni tecniche che Casaro ha sviluppato negli anni, dalle prime pennellate alle composizioni fotografiche degli anni ’70 e alla raffinate maquettes ad aerografo che lo hanno celebre tra gli anni ’80 e’90.


Filmati inediti, percorsi e persino una sezione didattica sono pronti ad accogliere i visitatori e gli estimatori dell’arte del cinema a tutto tondo. Presente anche una sezione dedicata agli ipovedenti con la riproduzione tridimensionale del celebre affisso de “Il tè nel deserto“.

La mostra è allestita sin dallo scorso Marzo, ma l’apertura è stata rinviata ad una data che potesse essere “realisticamente praticabile”, come aveva riferito il Direttore regionale Musei Veneto, Daniele Ferrara, ed è stata realizzata in collaborazione con il Polo Museale del Veneto.

Le sedi previste per questo grande omaggio a Renato Casaro, come anticipato, sono ben tre:

  • il nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, che per l’occasione apre nella ritrovata Chiesa di Santa Margherita (fino al 1 maggio 2022);
  • il Complesso di San Gaetano (fino al 1 maggio 2022);
  • i Musei Civici di Santa Caterina (fino al 9 gennaio 2022).

Un impegno condiviso con il Ministero della Cultura, la Direzione Regionale Musei Veneto, il Comune di Treviso e la Regione del Veneto.

Gli oltre trecento pezzi presentati nelle tre esposizioni sono stati pubblicati anche in un prestigioso volume realizzato per questa mostra da Grafiche Antiga e curato da Roberto Festi che riporta, in più, testi critici e di approfondimento, immagini d’epoca, fotografie di scena e un primo analitico repertorio delle opere dell’artista trevigiano.

Info e biglietti.

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