Fellini: un regista esoterico che sapeva volare

Inizia il nuovo anno e non si può non leggerlo, o perlomeno volerlo leggere, con uno sguardo spirituale.

Certo, le sale dei nostri musei sono chiuse ma si può scorgere anche dalla televisione qualche bel pezzo d’arte. Ieri è andato in onda in prima serata il documentario Fellini degli Spiriti di Anselma Dell’Olio, prodotto da Mad Entertainment e Rai Cinema e presentato al pubblico della sezione “Cannes Classics Sélection Officielle 2020” del Festival di Cannes e al festival Il Cinema Ritrovato di Bologna. Il Maestro riminese viene raccontato sotto una luce che a me affascina. È infatti un Fellini nuovo che ama l’esoterismo dai sapori esotici ed ombrosi quello che viene rappresentato tra una diapositiva e l’altra.

Una vita parallela e poco nota ai più

Il reportage è stato concepito per il centenario della sua nascita avvenuta a Rimini il 20 gennaio 1920, si indaga con sguardo introspettivo e per nulla convenzionale sui suoi altrove.

L’altro da sè, il doppio come si suol dire in gergo, l’esplorazione degli arcana arcanorum sono difatti grandi temi presenti in tutta la sua cinematografia, condivisi inizialmente con il noto psicoanalista junghiano Ernst Bernhard, che non solo gli svela i segreti dell’Inconscio, ma lo inizia ad una nuova visione del mondo attraverso la lettura dei Tarocchi e la consultazione de I Ching.

Tuttavia, sarà incisivo e determinante l’incrocio dei passi con un grande mistico ed occultista del 900, il torinese Gustavo Rol, conosciuto per “Giulietta degli Spiriti”, che, per il tramite dei suoi famosi esperimenti, proverà a Fellini l’esistenza di mondi altri, più svaniti e assorti, “nuvolari”.

A raccontare il mondo magico di Fellini tante voci: dalla cartomante che Fellini consultava sempre a Terry Gilliam (premio Oscar per Brasil); da Giuditta Mascioscia, la sensitiva amica di Gustavo Rol, al regista Damien Chazelle (premio Oscar per La La Land); dai collaboratori e amici più stretti di Fellini a registi come William Friedkin (premio Oscar per Il braccio violento della legge e L’Esorcista).

 “Due Mondi e io vengo dall’altro” lo diceva Cristina Campo di se stessa ma penso valga anche per Fellini.

Dal reportage così come dalla sua opera tutta ne esce l’immagine di un Maestro che sa camminare su pezzi di cielo con una solidità leggiadra ed affilata, in bianca tunica d’ortiche: mistico e uomo al contempo. L’inaccettabile velo di giudizio della società altro non è che fragilità per un viandante in cammino sui sentieri del bello, del buono e del giusto.

Come diceva Platone, il bello, il buono e il giusto altro non sono che rappresentazioni di Dio, e quella spiritualità estesa e spesso celata nei simboli evocati dai film di Fellini aiuta ad intuire la triade sacra.

Che sia un anno Felliniano per tutti noi.

Con più sogni e meno ego.

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