Le eccellenze Italiane, al Vinitaly 2023 la degustazione dei grandi nomi del vino italiano guidata da Riccardo Cotarella

Anche quest’anno COLDIRETTI, la principale organizzazione agricola italiana con 1,6 milioni di associati, organizza uno degli eventi più prestigiosi del calendario fieristico.

LE ECCELLENZE ITALIANE

Una degustazione particolarmente importante ed organizzata per sottolineare quanto lavoro c’è sempre da fare per sostenere il nostro patrimonio vitivinicolo nel mondo.

Ad aprire l’evento le parole del presidente di Coldiretti ETTORE PRANDIN: “Si parla troppo poco di quanto sacrificio è richiesto ai nostri imprenditori per garantire una sempre maggiore qualità. Le aziende che interverranno oggi, sono ciò che di meglio l’Italia può offrire. L’italianità dei nostri prodotti è ciò che fa più grande l’Italia nel mondo”

A moderare l’evento RICCARDO COTARELLA, enologo che ha tanto contribiuto a fare la storia del vino italiano e presidente della storica associazione ASSOENOLOGI, la più importante associazione di enotecnici in Italia.

“Iniziamo con il botto. Ad aprire la degustazione una delle aziende, dico una delle aziende per rimanere nella diplomazia, che ha reso ricchissima la Franciacorta.” – Riccardo Cotarella.

Interviene FRANCESCO ZANELLA per CA’ DEL BOSCO. “Siamo orgogliosi di esserci sempre battuti per il nome della zona dimenticando tutti gli orpelli che sottolineano la tipologia del vino. Franciacorta è una zona, Franciacorta è il suo vino. Siamo alla 40° vendemmia e fare un vino non dosato 40 anni fa è stata una rottura. All’epoca tutti i vini erano dosati per coprire la forte acidità. Noi siamo sempre stati convinti che in primo luogo si deve sentire il vino, si deve sentire la Franciacorta. Io non parlo dei miei vini, sarei felice lo facesse il maestro”

Passa la parola al grande enologo Cotarella. Lui risponde:” il maestro è uscito se vuoi c’è Riccardo”

FRANCIACORTA VINTAGE COLLECTION DOSAGE ZERO 2018: “Giallo carico e lucente, la spuma ricca e cremosa. Il naso è un caleidoscopio, pasticceria, crema, miele e una nota fumé data dall’uso magistrale del legno. Sorso lento, generoso e sostenuto da un’acidità strabiliante. Sentite come fa salivare questo vino? Questo Franciacorta scusate.

GIANFRANCO GALLOVIE DI ROMANS: “Il mio inserimento in azienda, 45 anni fa, avviene in un contesto storico particolare. C’era una cultura enologica e viticola che stava tramontando, in quegli anni si gettavano le basi del rinascimento del vino bianco italiano ed il Friuli è stato capofila di questo percorso. Stavano iniziando a farsi vini più fini ed eleganti. Negli anni 70-80 il vino non doveva durare nel tempo, i bianchi potevano essere tutti uguali. Tra gli anni 80-90 si insegue la valorizzazione del varietale, ma non eravamo ancora soddisfatti. Tra gli anni 90 e 2000 ho deciso che volevo andare oltre al vitigno e questa è stata la decisione più complessa. Volevo fare vini che rappresentassero nella maniera più pura il pedoclima del mio territorio, la Valle d’Isonzo gode di un mix mediterraneo-continentale che definisce il tratto fondamentale della nostra unicità.”

FRIULI ISONZO RIVE ALTE DUT’UN 2019Sembra di stare ai tropici, burro, vaniglia, zenzero. Seducente e carezzevole morbidezza. IL VITIGNO AUTOCTONO PER ME È QUELLO CHE ESPRIME IL TERRITORIO E QUESTO È UN VINO CHE RAPPRESENTA APPIENO IL FRIULI”.

MARTA COTARELLA per l’azienda FAMIGLIA COTARELLA. “Montiano non era un territorio di vini rossi, si fa portavoce della visione antropologica della vite. Affondando le sue radici nel terreno, il Merlot ha saputo raccontare il genotipo del territorio. Ha saputo raccontare una zona che fino ad allora non esisteva e che oggi, PIERPAOLO CHIASSO il miglior allievo del maestro (Cotarella), porta avanti. L’azienda ha di recente subito un cambio generazionale, da una visione verticale a una orizzontale. Noi figlie ci siamo dedicate in maniera tangente sviluppando la cultura del vino anche dal punto di vista del sociale.

LAZIO MERLOT MONTIANO 2019frutto rosso maturo, ciliegia, mora, sottobosco, buone sensazioni balsamiche. È un merlot, non bisogna mai turbare l’eleganza e la piacevolezza che questo grande vitigno può dare.”

È il momento di un mostro del territorio in una zona mostro del territorio italiano. Il primo Brunello di Montalcino ad ottenere i 100/100.

GIACOMO NERI per l’omonima azienda CASANOVA DI NERI: ” La nostra storia è piuttosto recente ma in questi 55 anni abbiamo messo diversi mattoni. Siamo un solo comune, usiamo un solo vitigno. Volevo un brunello con tannini che rendessero il vino godibile dopo 5,6 anni ma anche dopo 20.”

Non molti anni fa Montalcino era una terra per il pascolo, ne parliamo come se fosse così da secoli ma in realtà è una terra molto giovane e Giacomo è un pioniere della denominazione.

BRUNELLO DI MONTALCINO TENUTA NUOVA 2018 “Il sangiovese si riconosce dal colore, non sarà mai scuro e impenetrabile. Piccoli frutti rossi, grande balsamicità e terroso, la trama di sottobosco è il suo carattere identitario. Il sangiovese è un cavallo di razza, ogni zona ha il suo sangiovese e ogni zona di Montalcino è un cono che ne esalta le mille sfaccettature”.

ILARIA PETITTO per DONNACHIARA. “A 18 anni non avrei mai pensato di lavorare con i miei genitori. Sono andata via presto ma quando tornavo in Irpinia per il Weekend mi rendevo sempre più conto del legame che ho con la mia terra e di quanto amo i suoi immensi campi. Il nostro taurasi è dedicato a Umberto, mio padre, quando venne in azienda ed assaggiò il vino chiese di non venderlo perché avrebbe voluto bersi tutte le 10.000 bottiglie.

TAURASI RISERVA PER UMBERTO 2018 “La fermentazione sulle bucce, cedendo glicerina, dà un Aglianico più dolce e meno spigoloso. Il naso lo contraddistingue, l’aglianico in Irpinia vuoi per l’altezza, vuoi per il territorio è diverso. Grande sostanza, tannini dolci, grande morbidezza e scia finale quasi terrosa.

ALLEGRA ANTINORI per ANTINORI: “Piero Antinori, che ha sempre detto di voler fare vini che sanno di territorio, dopo lunghi anni di storia famigliare e d’azienda, passa al setaccio tutte le proprietà della famiglia. Nel 1990 acquisiamo la proprietà della tenuta la Braccesca tra le terre di Montepulciano e Cortona ed è proprio in quest’ulima che nel ’95 mio padre ci vide del potenziale per iniziare a lavorare il Syrah. Trova in quel clima secco e arido e in quelle terre argillose un terroir d’elezione e nel 2000 escono le prime 30.000 bottiglie di Syrah.”

CORTONA SYRAH BRAMASOLE 2019 “Rubino, profondo frutto a bacca nera, vaniglia, il pepe tipico del Syrah. Avvolgente al palato, tannini un po’ vivaci ma comunque piacevoli. La chiusura di vaniglia catalizza tutte le sensazioni di bocca.”

RENATO RATTI per l’omonima azienda RATTI: “Il primo cru definito da mio padre risale al 1965, un piccolo vigneto sopra al centro di La Morra, il comune più grande della denominazione che caratterizza i Baroli più eleganti. Mio padre è stato un faro per la zona. La 2019 è stata un annata classica, l’abbiamo definita così perché è stata un’annata d’altri tempi e questo è un vino che nei prossimi 10/20 anni darà il meglio di sé.

BAROLO MARCENASCO 2019Liquirizia, rabarbaro, menta. L’appellativo balsamico è perfetto per il barolo. Lascia una traccia indelebile in bocca.”

ANDREA DAL CIN enologo del gruppo tecnico di MASI: “L’Azienda è di proprietà della famiglia Boscaini che, giunta alla settima generazione, nel 2022 ha festeggiato i 250 anni. La ricerca è uno degli aspetti più importanti per Masi, faccio parte del gruppo tecnico di ricerca e approfondimento e in collaborazione con l’università di Verona abbiamo raccolto tantissimi dati sul comportamento delle uve nella fase di appassimento. Durante questo processo non avviene solo ed una semplice disidratazione, all’interno della bacca si “accendono” degli enzimi che producono sostanze aromatiche che non erano presenti nell’uva fresca.”

AMARONE DELLA VALPOLICELLA CLASSICO RISERVA COSTASERA 2017Naso intensissimo, ciliegia, vaniglia. Bellissimo questo matrimonio tra vino e tannini. Morbido, lungo, infinito e carezzevole. L’Amarone è una bandiera dell’Italia non solo per l’area ma anche per la tecnica. Un vino che proviene da grandi uve e da un grande studio.”

Che rapporto c’è tra vino e arte? A spiegarlo JOSÉ RALLO: ” Il marchio DONNAFUGATA nasce nel 1984 e rappresentiamo tutte le aree della Sicilia vitivinicola. Oggi con le parole vi porto a Pantelleria, terrazze che da 500 metri di altezza cadono sul livello del mare. L’alberello pantesco è diventato patrimonio dell’ UNESCO, i tralci crescono orizzontali rispetto al terreno ed è coltivato in un buco che permette di trattenere la rugiada così da non aver mai bisogno d’essere irrigato. Il lavoro è tutto manuale, parliamo di una vera e propria attività sartoriale e di un raccolto fatto in diversi momenti. Un prodotto magico in grado di affascinare tutti, anche gli astemi. Oggi lo dedico al grande Giacomo Tachis”.

PASSITO DI PANTELLERIA BEN RYÉ 2016Un vino di un’unicità pazzesca, è la chiusura del cerchio. Colore rosato con riflessi ambrati, il naso è infinito, scorza d’arancia e più che il mare si sente proprio la macchia mediterranea. Vorrei definirlo con un solo aggettivo, SONTUOSO. José non smettere mai di fare questo vino.”

“Non c’è paese al mondo così ricco di biodiversità. La Francia soffre e non vede l’ora che arrivi il momento in cui noi smettiamo di sottolinearlo. Non c’è altro paese con questa storicità e biodiversità come la nostra amata Italia.” RICCARDO COTARELLA

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