“GLI SVITATI dal folle coraggio…che tutti voi copierete”

Nessuna cartella stampa e nessuna base su cui copiare. Chi, Lunedì 6 MARZO 2023, ha partecipato all’evento organizzato dagli SVITATI, oltre ad essere stato un privilegiato, dovrà impegnarsi a trovare le parole giuste per raccontarlo.

“La vita amico, è l’arte dell’incontro” è con questa citazione che DANIELE LUCCA, mediatore dell’evento, apre la giornata. GLI SVITATI STANNO INIZIANDO UNA GRANDE CORSA PER FARE LA STORIA. Grande applauso in sala per i 5 protagonisti:

Franz Haas – Silvio Jermann – Graziano Prà – Walter Massa – Mario Pojer

In collegamento video KEVIN JUDD dalla Nuova Zelanda. Nato in Inghilterra, cresciuto in Australia, enologo, fotografo, co-fondatore di Cloudy Bay e visionario. Dopo che Cloudy Bay è stato acquistato dal gruppo Moët, Kevin è passato a creare la sua etichetta a Marlborough chiamata Greywacke. “Volevo un Sauvignon fresco, croccante e intensamente fruttato e il tappo a vite si adattava perfettamente a questa mia esigenza. Una “coerenza organolettica” cercata e testata su vari campioni e per diversi tempi. Volevo evitare le deviazioni del tappo di sughero e la prova del 9 me l’ha data lo Chardonnay perché e stato quello che ha mostrato maggior sensibilità alle 2 chiusure”. Non aggiunge parole sulla durata nel tempo ma fa di più, invia dalla Nuova Zelanda il suo Sauvignon, chiuso con tappo a vite, nelle annate 2009 – 2019.

Poi, IL Video. Le immagini ma soprattutto la voce di Franz Haas. “La qualita del sughero non è più quella di una volta. Dal 1996 abbiamo iniziato a studiare diverse tipologie di chiusura. Ho trovato un sistema che può proteggere il mio vino da qualsiasi interferenza esterna. QUESTO È IL MIO CERCHIO PERFETTO.” Intervengono MARIA LUISA MANNA e FRANZ HASS Junior: “Era la prima volta che sentivo la sua voce da quando ci ha lasciati. Ringrazio e sono onorata di aprire la giornata. Tra il 2005-2006 avevamo iniziato i primi test in azienda, nel 2012 eravamo già sul mercato. Quando Franz decise di chiudere con il tappo a vite il Manna ed il Pinot Nero, i nostri vini più rappresentativi, mi venne male. All’inizio abbiamo ricevuto un po’ di resistenza da parte del mercato. Ora capisco che è la scelta giusta. Sono diversi anni che siamo passati totalmente alla chiusura con tappo a vite, non useremo più un solo tappo di sughero”.

Gli SVITATI omaggiano Maria Luisa e Franz di un opera dell’artista GIORDANO FLOREANCIG.

Guardate con invidia gli svitati ricordando che, nei gesti inconsueti del loro folle coraggio, nasceranno idee geniali che tutti voi copierete

Il primo SVITATO in Italia, SILVIO JERMANN. “Ho iniziato a tappare le prima bottiglie con una macchina a mano nel 2003. Nel 2007, nell’azienda di Ruttars incontro un’altro problema, il costo della manodopera. Inizio così ad usare il tappo a vite solo per i vini più importanti, mi dava una garanzia e allo stesso modo una chiusura per l’ossigeno. Il luogo comune è dire che il TAPPO A VITE IMBALSAMA I VINI, NON È VERO! L’EVOLUZIONE AVVIENE. PIU LENTA. PIU SICURA.”

“Si diventa SVITATO perché quando conosci uno SVITATO ci diventi amico” – GRAZIANO PRA’: “La mia storia inizia in Colorado, ad Aspen, e quando ho visto una bottiglia di Cloudy Bay a 30 dollari con il tappo a vite ho pensato che il pregiudizio fosse passato. Arrivato a casa ho dovuto combattere con un’altro ostacolo, il nostro soave non poteva essere tappato con il tappo a vite. Iniziano le discussioni, si riuniscono i capi e nel 2005 è stata sdoganata la possibilità di usare anche questo tipo di chiusura.”

Segue la voce di WALTER MASSA. “Siamo 5 ragazzi degli anni ’50, enologi e imprenditori che si sono sempre divertiti a parlare di vino. Il vino è una cosa seria e come tale va rispettato. Il tappo a vite oggi è stato voluto, non solo da uomini, ma da aziende importanti. Il tappo a vite è il mio modo per dimostrare questa forma di RISPETTO. Rispetto per quello che la natura mi permette di fare, rispetto per quello in cui credo, rispetto per chi mi sceglie.”

“Siamo stati gli ultimi, sono solo 3 anni che imbottigliamo con il tappo a vite, è stato difficile parlare con un mercato che vive ancora nel tabù.” MARIO POJER – “Ho 49 vendemmie alle spalle ed il mio desiderio è sempre stato quello di fare un vino che non temesse in nessun modo lo scorrere del tempo. Il problema grosso è stata la parte commerciale ma quando nel 2007 ho fatto assaggiare lo stesso vino con le due chiusure ho conquistato tutti.”

L’evento si è svolto grazie anche alla collaborazione con GUALA CLOSURES GROUP – STELVIN – PAOLO ARALDO. A rappresentare l’azienda leader dei sistemi di chiusura EMANUELE SANSONE e MICHELE FORMAGNANA.”Ad oggi 4 bottiglie su 10 sono chiuse con un tappo a vite, l’Europa occidentale è lo zoccolo duro all’utilizzo. Tutti materiali utilizzati sono organoletticamente neutri e l’Italia è un eccellenza Europea per quantità di alluminio reciclato.”

Grande valore aggiunto l’esposizione di FULVIO MATTIVI, ordinario di chimica alimentare e chimica enologica del centro di ricerca ed innovazione Edmund Mach. Con l’aiuto dei dati forniti dallo studio – Wine Bottle Closure Trial condotto dall’Australian Wine Research Institute (AWRI) e pubblicato nell’ Australian Journal of Grape and Wine Research, conduce un intervento illuminante andando a far chiarezza e dando risposta alle tanto percosse domande: “Qual’é il modo migliore per sigillare le bottiglie di vino? Ma queste alternative – siano esse tappi a vite, tappi in plastica o tappi in agglomerato – sono adatte alla conservazione a lungo termine del vino? Il tappo a vite causa riduzione?

Lo studio ebbe inizio il 14 maggio 1999 con un Semillon di alta qualità confezionato con 14 diverse chiusure: due gradi di sughero naturale, due sugheri tecnici, nove sugheri sintetici e un tappo a vite. I primi risultati a 6 mesi dopo l’imbottigliamento (e successivamente a intervalli di 3-6 mesi) dimostrano la superiorità delle prestazioni del tappo a vite riguardo la ritenzione di SO2, la freschezza del frutto e il minor imbrunimento del colore. (Seguono i due tappi di sughero tecnico e poi i due tipi di sughero naturale).

La SO2 agisce nel vino come antiossidante sacrificale e una volta esaurita, l’esposizione all’ossigeno porta all’ossidazione del vino con perdita dei caratteri fruttati, imbrunimento del colore e sviluppo di aromi e sapori “ossidati”. La perdita di SO2 continua a causa dell’ossigeno che entra nella bottiglia attraverso la chiusura. La ricerca ha dimostrato che le chiusure a basso OTR (tasso di trasmissione dell’ossigeno) non causano caratteri “riduttivi”; tuttavia, se il vino ha una propensione a diventare “ridotto” a causa del modo in cui è stato prodotto, è più probabile che ciò accada se si utilizzano chiusure a basso OTR. Insomma, conferma Mattivi:” se un vino è ridotto non è colpa del tappo ma dell’enologo”.

La sperimentazione è stata interrotta dopo 3 anni perché i risultati erano già sufficienti. I tappi con le peggiori prestazioni sono stati ritirati dal mercato, altri sono stati modificati e nello stesso tempo ne sono stati introdotti di nuovi. Una corsa al miglioramento a beneficio di tutto il sistema.

Una ricerca di mercato ha rilevato, inoltre, che il 90% dei vini Australiani sono chiusi con tappo a vite e che i consumatori ne preferiscono la praticità e protezza all’uso.

MAURIZIO UGLIANO, docente di Enologia dell’Università di Verona, noto nel campo della ricerca sul ruolo e l’utilizzo della solforosa e gli effetti dell’ossigeno sul vino: “Nei vini giovani i composti nucleofili che possono legarsi all’ossigeno per proteggere il vino sono ben presenti ma con il tempo calano. Uno studio condotto a Bordeaux su 3 diversi rossi Bordolesi ha dimostrato come, dopo 8-10 anni d’invecchiamento, l’ossigeno disciolto tenda ad essere fuori controllo. Si pensava che i vini Rossi potessero avere una sufficiente protezione da non richiedere il tappo a vite, ma non è così”

“Questi 5 produttori non sono solo i protagonisti oggi, sono protagonisti del vino in Italia. Stanno portando, oltre a quello che è già stato fatto, la loro volontà di mantenere la qualità.” Con un gioco di parole DAVIDE RAMPELLO conclude la prima parte della giornata: “con il tappo a vite, la vite, ha probabilmente ritrovato il senso che la anima”

Segue la degustazione comparativa dello stesso vino, della stessa annata con le due diverse chiusure.

Jermann – VINTAGE TUNINA 2013 (il campione con tappo in sughero presentava alterazione) “Quando il sughero fa il suo lavoro le due chiusure si equivalgono”

Franz Haas – PINOT NERO 2015 (La grande piacevolezza indiscussa di entrambi i campioni fa riflettere sul fatto che il campione tappato con sughero sembrava più evoluto rispetto al più fresco e fruttato con tappo a vite)

Graziano Prà – otto 2010 (Il vino d’entrata dell’azienda dimostra con il tappo a vite di reggere tutti i 13 anni che porta alle spalle. Il campione chiuso con tappo in sughero presenta alterazione)

Walter Massa – Monleale 2016 (Le due chiusure si equivalgono – Avevo iniziato nel 2007 ad usare il tappo a vite per la barbera ma l’ho abbandonato quasi subito, il vino era troppo incaZ-zAto. Ora, lavorando sulle membrane mostro che uso il tappo a vite anche per i vini rossi)

Pojer & Sandri – SAUVIGNON 2007 (Evidente cambiamento del colore in questo caso specifico, data la grande piacevolezza di entrambi i vini la sala si è divisa nel preferire l’uno rispetto all’altro).

Gran finale prima del pranzo svitato. Sulle note di Vamos a la playa STEFANO RIGHI, membro del gruppo musicale “Righeira”, scrive e sostiene gli svitati per e nella loro esibizione canora. Il ritornello: ” Apro il tappo a vite ooo, Meglio il tappo a vite o o o o ooo” sarà, con molte probabilità, il tormentone delle prossime 5 estati.

L’ossigeno è il peggior nemico del vino, ma è anche l’ossigeno che trasforma il vino.

“Nessuno vuole demonizzare il tappo in sughero, siamo qui per dire che c’è un alternativa ed abbattere i pregiudizi. I risultati sono tangibili e se oggi gli slang del vino sono “minerale”, “ridotto” ecc… Tra five years si dirà “ma è chiuso con la membrana x o y” LA RIVOLUZIONE È PARTITA ORA DOVETE FARE VOI, STAMPA E SOMMELIER”. (Massa-media di Walter Massa)

Crediti fotografici @steviekim222

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