“Spiral – L’eredità di Saw”: il nuovo capitolo del fortunato franchise horror

Depotenziato.

Se mi chiedessero di esprimere, attraverso un solo aggettivo, un paragone tra il nuovo capitolo del franchise dedicato all’enigmista più celebre di sempre e i primi film della saga, utilizzerei questo.

Un buon prodotto, insomma, ma lontano dalla sensazionale e terrificante sorpresa che rappresentò, ormai quasi 20 anni fa, la pellicola di James Wan; e includerei anche qualche episodio successivo. Ma, come in tutte le cose, molto dipende dal punto di vista dal quale si fanno certe affermazioni.

Spiral – L’eredità di Saw” è il nono – nono! – tomo di questa grande enciclopedia horror e le aspettative, per molti, erano bassissime sin dall’inizio, nonostante il cast stellare (Chris Rock, Max Minghella, Samuel L. Jackson). E per essere così avanti in questa saga, in fondo, se la cava benino!

Più che un reboot, uno spin-off

“Spiral – L’eredità di Saw” viene spesso etichettato come un reboot della serie di film cominciata nel 2004: in realtà, è più uno spin-off. La storia dell’enigmista non riparte dall’inizio sotto nuove spoglie e altri presupposti, piuttosto ci ritroviamo davanti un nuovo “imitatore” di John Kramer che si ispira al suo modus operandi per consumare la propria – certo, opinabile – “giustizia”.

Il film è al cinema proprio in queste settimane (dopo infiniti rimandi a causa della pandemia), per cui qui non troverete spoiler improvvisi. Ci sono, però, un paio di curiosità che vale la pena raccontare… anche per invogliare, magari, chi al momento è ancora indeciso!

La regia: com’è nata l’idea di “Spiral”

Chi dirige la videocamera non è nuovo del mondo di Saw.

Darren Lynn Bousman, infatti, è stato anche il regista di Saw II, Saw III e Saw IV.

La storia è questa: Chris Rock, da sempre grande appassionato della storia di Jigsaw, si ritrovò allo stesso tavolo di Michael Burns, vicepresidente della Lionsgate (la compagnia d’intrattenimento alle spalle del franchise) durante un matrimonio in Brasile. Tra una chiacchiera e l’altra, confessò che gli sarebbe piaciuto diventare parte di un nuovo film della serie; una pellicola, però, che riuscisse a richiamare il passato conteporaneamente distaccandosene.

Rock è anche un formidabile cabarettista e comico e puntava proprio a questo tipo di ingredienti per il nuovo ipotetico capitolo. L’anno seguente erano già tutti sul set: “Spiral” cominciava a prendere vita. L’attore ha ideato anche il suo stesso personaggio, con gli inconfondibili rimandi al primo Saw che ogni fan non mancherà di individuare già alla prima visione.

Il genere: un horror con venature thriller e qualche momento comedy

Il background in cui si sviluppano le vicende è molto diverso.

John Kramer, dopo aver ricevuto la brutta notizia di un male incurabile, aveva ideato questa sorta di cruenta “via verso l’espiazione” per tutti quelli che non dimostravano di essere grati del dono della vita.

Il suo nuovo imitatore, invece, parte da un presupposto diverso: fare “pulizia” tra i poliziotti corrotti, “salvando” soltanto il protagonista, il detective Zeke Banks interpretato da Rock, che vive da emarginato, odiato dai suoi colleghi proprio per aver denunciato il comportamento aberrante di un altro poliziotto.

Le classiche atmosfere cupe a cui siamo abituati da sempre, in “Spiral” si agganciano a momenti comedy (brillante il monologo iniziale di Rock), drammatici e più spiccatamente di azione/polizieschi che si mescolano generando un prodotto sicuramente nuovo, che guarda al passato pur esprimendosi come qualcosa di diverso.

Nuove trappole e nuovo “creepy puppet”

Dimenticate il pupazzetto con il triciclo rosso che ha colonizzato i nostri peggiori incubi degli ultimi anni: il nuovo creepy puppet è una sorta di marionetta con la testa di suino, a riprendere, ovviamente, le maschere già viste nel corso della saga, soprattutto con Amanda.

Anche le macchine da tortura sono differenti e hanno tenuto banco tra gli attori e gli addetti ai lavori; ma di questo non vi sveliamo nulla.

Una piacevole nota di merito per Max Minghella – già visto e particolarmente amato nella serie “The Handmaid’s Tale” e figlio del regista Anthony Minghella (“Il paziente inglese” e “Il talento di Mr. Ripley”, tra gli altri) -, affascinato dal mondo di Saw e improvvisamente immischiatosi in un contesto horror così denso, nuovissimo anche per lui, in cui sembra cascare quasi a pennello.

Il team è già al lavoro sul sequel.

Ah, un’ultima cosa: per chi è abituato ai colpi di scena della saga originale, anticipare il plot twist di “Spiral” è praticamente automatico… ma, forse, non per tutti.

Spiral - L'eredità di Saw
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