“Il filo del cuore”: il progetto per valorizzare il merletto veneziano

La tradizione del merletto veneziano è plurisecolare, ma è davvero possibile conservarla e preservarla anche nell’epoca della digitalizzazione e della meccanizzazione?

Fortunatamente pare proprio di sì ed è il fine che la Fondazione Musei civici di Venezia sta cercando di perseguire – in collaborazione con la Fondazione Andriana Marcello e il consorzio Venezia Nativa – con il progetto “Il filo del cuore“, presentato qualche giorno fa in conferenza stampa a Ca’ Farsetti. Incontro a cui hanno partecipato anche Massimiliano Zane del consorzio Venezia Nativa e sua figlia Ludovica, la più giovane merlettaia di Burano.

Quattro mesi dedicati al merletto veneziano

“Il filo del cuore” si articolerà in ben quattro mesi di iniziative, dal 14 giugno al 14 ottobre 2021, tutte incentrate sulla valorizzazione del merletto ad ago di Burano e di quello a fuselli di Pellestrina; verrà, in realtà, promosso il merletto italiano in generale, in occasione della candidatura a patrimonio culturale intangibile UNESCO.

Un progetto corale che parte dal concorso nazionale “Un merletto per Venezia” e prosegue con un evento ogni mese e diverse iniziative a supporto. Luglio sarà la volta dell’International Lace Day, con merlettaie di tutto il mondo in collegamento streaming, mentre ad agosto si andrà a Pellestrina per una giornata dedicata al merletto a fuselli; a settembre, poi, una conferenza a Palazzo Mocenigo sull’arte del merletto italiano e la sua candidatura UNESCO e a ottobre, infine, la presentazione della Biennale del Merletto del 2022.

Il calendario comprende, inoltre, visite guidate al museo del Merletto di Burano e alle collezioni dei merletti conservati al museo di Palazzo Mocenigo, oltre a webinar condotti da esponenti delle 25 comunità candidate al riconoscimento Unesco del “saper fare il merletto italiano”.

Un impegno che vuole dimostrare come l’arte del merletto abbia ancora un futuro luminoso davanti a sé.

Una data speciale

La data d’inizio del 14 giugno non è scelta a caso – ha riferito la presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia, Mariacristina Gribaudi, ma in memoria di Emma Vidal, storica merlettaia di Burano. Nel 2016, durante il suo 100esimo compleanno, le avevamo promesso di portare avanti questa tradizione anche dopo la sua morte. Abbiamo, dunque, ripreso la scuola del merletto. All’ultimo concorso nazionale “Un merletto per Venezia” abbiamo avuto 18 partecipanti, tra cui una ragazza molto giovane, segno che è un’arte ancora viva e vivace. Questo ci permette di garantire un passaggio di testimone. Le attività produttive, dalle perle ai merletti, dai vetri ai tessuti, fino ai profumi, sono la nostra storia, attraverso la quale scriviamo il nostro futuro, che deve essere sostenibile. Per salvaguardare questo patrimonio abbiamo creato, all’interno della Fondazione, la piattaforma Muve Academy, che ci permette di lavorare sul saper fare italiano in un’ottica internazionale“.

Non solo UNESCO: il riconoscimento IGP

La candidatura UNESCO, in realtà, si affianca ad un altro riconoscimento che il merletto di Burano si appresta a ricevere: il marchio di Indicazione Geografica Protetta da parte dell’Unione europea.

L’Amministrazione è vicina alle attività produttive – ha detto l’assessore Costalonga e supporta l’arte e l’artigianato veneziano. Il merletto è conosciuto a livello mondiale, un’arte meravigliosa legata al mondo delle reti da pesca e che, dicono, sia partita proprio da Venezia. L’assessorato delle Attività produttive è al lavoro per diffondere in tutta Europa l’importanza del merletto. Siamo stati convocati dall’Ue a gennaio. Abbiamo presentato la richiesta di marchio IGP per il merletto di Burano e anche il vetro di Murano. L’Indicazione Geografica Protetta riconosce ai prodotti non agricoli un sistema di protezione unico. Purtroppo la contraffazione è un danno grave per le nostre aziende. Il riconoscimento di un marchio che possa difendere i nostri prodotti può aiutare l’intera Europa a rimanere competitiva. Inoltre l’IGP è soprattutto un riconoscimento del lavoro svolto, di una sapienza tramandata da secoli dagli artigiani e che l’Ue deve tutelare. Al Parlamento europeo, in seno al Comitato europeo delle regioni, ho spiegato quanto fondamentale sia trasmettere ai giovani quest’arte e questa tradizione, che si sta perdendo. Serve supporto economico. È interesse nostro ma anche della stessa Ue riuscire a preservare la vera storia d’Europa. Probabilmente Venezia sarà portavoce di tutte le comunità regionali d’Europa per il riconoscimento dell’IGP. Avremo l’onore di rappresentare le istanze dei territori“.

merletto veneziano, foto di Martina Vidal Venezia

Merletto veneziano ed emancipazione femminile

Le nostre tradizioni affascinanti e cariche di emozioni – ha riferito, invece, la presidente del Consiglio Comunale Ermelinda Damiano, sono motivo d’orgoglio. Vanno tramandate coinvolgendo anche i più giovani. Valorizzare un’arte così antica è importante, ancor più in occasione delle celebrazioni per i 1600 anni di Venezia. È il momento migliore per la ripartenza di Venezia e per ricordare al mondo la storia di una città unica al mondo. Le parole chiave sono tutelare, valorizzare, trasmettere alle nuove generazioni e salvaguardare quest’arte millenaria. Mi auguro che questa candidatura nazionale vada a buon fine, com’è stato qualche mese fa per l’arte delle perle di vetro. Il merletto ha avuto anche un ruolo nell’emancipazione femminile. Venezia ha avuto una storia di grandi donne, con un ruolo importante in tutte le famiglie, talvolta maggiore rispetto agli uomini, le quali hanno contribuito a far compiere alla città grandi passi verso l’innovazione. Qui a Ca’ Farsetti è nata e cresciuta Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, la prima donna laureata al mondo“.

"Il filo del cuore" al Ca' Farsetti

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