Venezie Channel al Ristorante-Trattoria alla Chiesetta del Mucciòn

Ci sono luoghi che comunicano calore ed accoglienza in un istante: è quello che succede con il Ristorante-Trattoria Alla Chiesetta del Mucciòn, ubicato in Contrada Chele 12, a Valdagno, in provincia di Vicenza.

Il nostro Direttore Luigi Agostino Mariani è stato lì, #InViaggio, per fare due chiacchiere con i giovanissimi titolari, Filippo e Alessandra Rossato, facendosi coccolare con le loro proposte food & wine e intervistando lo chef direttamente al lavoro nella sua cucina.

La trattoria-ristorante

Il Ristorante-Trattoria “Alla Chiesetta del Mucciòn” è un concentrato di tradizione, familiarità, creatività.

La location è quella che conquista al primo sguardo: le sale, infatti, si snodano all’interno di una struttura che è immersa nella natura, in un vero e proprio angolo di paradiso. Gli ambienti proposti sono differenti: la sala principale è avvolta dal verde, delle edere e dai colori dei fiori che la riempiono, abbellita da una elegante fontana a muro; vi sono, inoltre, una saletta intima, per chi desidera vivere un momento romantico e raccolto, e la terrazza estiva, dove degustare i piatti ordinati in una cornice green fantastica.

Lo staff, come anticipato, è incredibilmente simpatico e giovanissimo. E la cucina?

Il menù “Alla Chiesetta del Mucciòn” si compone di piatti che mettono in risalto e valorizzano la materia prima, lavorata nella sua semplicità e utilizzata in tutte le sue potenzialità: gli abbinamenti di sapori e colori sono sempre accuratissimi, per portate sempre sorprendenti, uniche e gustose, sia di carne che di pesce.

Una giornata “Alla Chiesetta del Mucciòn”

L’intervista doppia

La prima a raccontarsi ai microfoni del nostro direttore è stata Alessandra, responsabile di sala e titolare della trattoria-ristorante, ad appena 26 anni, insieme al fratello Filippo, che di anni ne ha 28 ed è, come abbiamo visto, lo chef.

Alessandra ci ha spiegato che tutto lo staff è, attualmente, totalmente under 35.

Ma andiamo all’intervista doppia del nostro Direttore.

Ciao Alessandra, raccontaci com’è nata questa avventura

Abbiamo aperto da 3 anni, ad inizio 2018, e la storia è questa.

Abitavamo ad 800 metri da qui, dove vivono ancora i nostri genitori, e parte della gestione storica della trattoria, fino a qualche tempo fa, era affidata a nostro cognato Mauro (il fidanzato di nostra sorella): proprio per questo, noi siamo cresciuti in questo posto sin da piccolini. Filippo trascorreva ore in cucina con lo chef, che diventò un suo punto di riferimento, un modello da imitare. Ricordo che, per dare una mano in cucina, saliva sulla cassetta d’acqua per poter arrivare al bancone e rendersi utile, che fosse per pelare le patate o lavare i piatti. Ha sempre avuto le idee molto chiare: dall’età di 5 anni già diceva che il suo sogno era quello di diventare un cuoco.

Da lì, l’iscrizione all’alberghiero, le esperienze stagionali a Cortina, Cervina, Jesolo e in altre località italiane, per poi partire verso Parigi una volta finita la scuola e restarci per circa 6 anni, lavorando per diverse realtà importanti tra cui il Mori Venice Bar, un ristorante veneziano che si trova di fronte la Borsa di Parigi (considerato il miglior ristorante italiano della capitale francese), e l’Artcurial agli Champs-Élysées dove è diventato anche chef.

Io, invece, non avevo le idee così chiare, anzi: mi sono iscritta al liceo scientifico, ma quando mi sono resa conto che non faceva per me mi sono spostata all’alberghiero, seguendo mio fratello, forte delle esperienze che avevo comunque maturato sin da piccolina respirando l’aria della ristorazione proprio in questi locali. Finita la scuola sono andata a Cortina dove ho fatto il mio stage presso un ristorante con una Stella Michelin dove sono rimasta per circa quattro anni e mezzo; lì ho incontrato il mio fidanzato, Daniele, che oggi lavora in cucina con Filippo.

Così, quando c’è stata l’opportunità di rilevare quest’attività dal precedente gestore (quello immediatamente successivo a nostro cognato) ho seguito mio fratello, che ha sempre detto che avrebbe voluto aprire proprio qui il suo ristorante.

Qui e da nessuna altra parte, perché era in questi stessi spazi che era nata la sua passione.

Come nasce quest’attività di ristorazione presso la Chiesetta del Mucciòn?

Inizialmente era una piccola contrada, nata come punto d’incontro dopo la messa per bere un bicchiere di vino, giocare a carte e fare comunità. Un po’ alla volta, queste sale sono passate dall’individuare un’osteria ad ammodernarsi in una trattoria e, infine, con gli ultimi lavori, a trasformarsi in un vero e proprio ristorante.

Quindi tu ti occupi della sala e Filippo della cucina? E chi è deputato ai vini?

Io, o almeno ci provo.

Sono partita praticamente da zero, perché avendo lavorato presso un ristorante con una Stella Michelin non mi ero mai interfacciata con questo mondo, essendoci in sede il sommelier deputato a questo incarico. Con l’apertura della nostra trattoria-ristorante mi sono ritrovata ad informarmi e a cominciare un percorso di formazione – anche attraverso degustazioni e visite in cantine – che mi ha avvicinato molto a questo mondo, a cui prima ero completamente disinteressata; ma so che ho ancora tanto da imparare. Fortunatamente abbiamo anche diversi agenti e fornitori che ci indirizzano e consigliano nella maniera più giusta.

Ho anche cominciato il corso per la qualificazione professionale per sommelier con l’AIS che conto di riprendere: purtroppo, arrivata al secondo livello, si è interrotto tutto a causa della pandemia. Ad ogni modo, la mia passione è proprio fare esperienza diretta nelle cantine: oltre ad imparare tante cose. acquisisco nuove nozioni che rappresentano materiale prezioso per i racconti da fare ai nostri clienti.

Dopo questa lunga chiacchierata con Alessandra è stato il turno di Filippo, che il nostro Direttore ha seguito anche in cucina per sbirciare fra i suoi segreti da chef.

Ciao Filippo, quanto tempo fa è nata la tua passione per la cucina?

Come ha raccontato mia sorella, noi siamo nati a pochi metri da qui e da piccolino, dopo la messa delle 4 del pomeriggio, io scappavo in cucina per fare piccole cose, togliere la pasta dal fuoco quando era pronta, pelare le patate, tanto che qui fuori c’è affissa una mia foto di quegli anni spesi proprio nello stesso posto in cui stiamo chiacchierando. È così che è nata la mia passione per la cucina, una passione che è rimasta: ho sempre saputo sin da piccolo che cosa volessi fare nella vita.

Ho lavorato qui al Mucciòn, aiutando nei matrimoni e negli eventi, ma per il resto tutte le mie esperienze sono state fuori Vicenza. Prima in Italia: ho fatto uno stage a Lignano Sabbiadoro, poi sono stato mandato all’Hotel Principe delle Nevi, un quattro stelle situato proprio sotto il Cervino, e intorno ai 19 anni ho avverato il sogno di lavorare Al Capriolo, Stella Michelin di Vodo di Cadore. Dopo all’estero: finita la stagione invernale Al Capriolo ho cominciato a pensare di andare fuori. Ho contattato il Mori Venice Bar di Parigi (avevo trovato un annuncio vecchio di tre anni!) ma loro mi dissero che ero troppo giovane, per cui mi fissarono un colloquio all’Armani Caffè, che era gestito dallo stesso direttore. Arrivato a Parigi, però, lo chef con cui avrei dovuto sostenere il colloquio non c’era, per cui mi rimandarono al Mori Venice Bar, dove continuarono a sostenere che fossi troppo giovane per cui ritornai a casa. Dopo un po’ mi richiamarono e mi chiesero di tornare, subito. E così è cominciata una lunga esperienza che sarebbe dovuta durare 6 mesi, massimo un anno, e che invece si è prolungata cinque volte tanto.

Sono stati anni importanti, Parigi per il nostro settore è una città fantastica: ogni anno ho cambiato ristorante, alternando la mia presenza al Mori Venice Bar con altre realtà (anche 5 stelle luxury), finendo la mia carriera d’oltralpe come chef all’Artcurial, un caffé dentro la Galleria d’Arte sugli Champs-Élysées.

A 25 anni sono tornato a casa e abbiamo aperto qui.

Anzi, sono tornato proprio per aprire questo ristorante, non avrei mai aperto nessun altro ristorante se non questo, perché per me è nato tutto qua ed era il mio sogno fin da bambino chiudere il cerchio in questo posto: mi ha chiamato mia madre dicendomi che cedevano la gestione del ristorante Alla Chiesetta Del Mucciòn e ho pensato “dev’essere mio”, per cui ho chiamato mia sorella – che nel frattempo era a Cortina – e le ho proposto di tornare per mettere in piedi questa cosa insieme.

Cosa ti hanno dato questi primi tre anni qui al Mucciòn?

È stato bellissimo. Una crescita sia a livello di menu che di clientela: molti affezionati sono diventati amici nostri e non abbiamo mai perso un colpo, siam partiti con piatti tradizionali e poco elaborati – in fondo nessuno dei due aveva mai lavorato nel vicentino fino a quel momento -, confrontandoci ed informandoci riguardo i sapori e persino i prezzi locali, completamente diversi da quello che avevamo visto fuori. Da lì abbiamo cominciato un’escalation, cambiando ben 4 menù all’anno (in ottica stagionale) e arricchendoli di volta in volta con portate più elaborate che hanno conquistato i nostri clienti. La nostra soddisfazione più grande.

Oggi le persone vengono appositamente qui, noi accogliamo solo clienti su ordinazione, e si incamminano verso i nostri tavoli anche da molto lontano.

E che feeling hai con il tuo menù? Preferisci la carne o il pesce?

Il mio menù è a ispirazione: pesce, carne, cacciagione, ci sono ovviamente delle variazioni di stagione in stagione, ma lavoro con la stessa passione tutti gli ingredienti. Mi piace rivisitare anche piatti apparentemente semplici mettendoci un mio tocco in più: un’influenza sicuramente francese che mi porto dietro dalla mia esperienza lavorativa precedente. Nei miei piatti c’è sempre un tocco di Francia.

Cosa vedi nel tuo futuro?

Sono una persona dalle mille idee al giorno e penso che niente sia mai definitivo nella vita. Di certo non mi fermerò mai, anche se adesso sento di essere arrivato ad un livello di cucina molto “mio”: mi piace questo stile né troppo tradizionale né troppo elaborato, mi dà molta soddisfazione vedere che la gente venga qui appositamente per mangiare i miei piatti.

Tuttavia, prima di aprire qualcos’altro voglio prima consolidare questo passo, ma sarà molto difficile abbandonare la Chiesetta del Mucciòn perché la sento proprio casa mia; sicuramente potrò, più in là, affiancarle qualcosa.

E cosa puoi dirci delle materie prime a cui ti affidi?

I miei genitori hanno sempre coltivato, mio nonno ha un’azienda agricola, per cui qui aspettiamo sempre il grande raccolto di stagione che ci offre una materia prima genuina. E vi assicuro che cambia anche il sapore! Patate, fiori di zucca, zucchine… ogni anno, ad esempio, raccogliamo i germogli di abete con cui prepariamo un pesto molto particolare che spesso proponiamo con un risotto. Un fuori menù – tra gli altri – che resta disponibile solo a tempo determinato.

Per il pesce, invece, tanto Adriatico e cerchiamo di prendere il più possibile italiano. Stesso discorso per la carne, per la quale mi riferisco a diversi fornitori facendo prove e test vari prima di qualunque acquisto.

E voi, siete mai stati al Ristorante-Trattoria Alla Chiesetta del Mucciòn?

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