Zerba: il comune del piacentino rimasto covid-free

L’Italia è nella morsa della pandemia da, ormai, oltre un anno.

Tra lockdown, chiusure, normative più o meno stringenti e altalene psicologiche, lavorative e sociali, tutti – da Nord a Sud – sentiamo il peso di questo momento storico così duro e l’impazienza di vedere, finalmente, la luce in fondo al tunnel; anche solo per smettere di vivere nella paura, nel dubbio, nel “e se…?”.

Tutti, o quasi. Perché ci sono dei piccoli comuni virtuosi che sembrano miracolosamente “sfuggiti” alla furia del virus.

Tra questi, un paesino di montagna nel piacentino, Zerba, uno dei due comuni che compaiono sul confine tra Emilia-Romagna e Piemonte. Un centro abitato che lo scorso anno ha registrato soltanto tre funerali in tutto. Ma com’è possibile e qual è il suo segreto?

Il privilegio dei piccoli comuni di montagna

Come riportato da “Libertà“, i dati Istat parlano chiaro: i decessi della provincia piacentina per il 2020 hanno registrato un +37,2% rispetto alla media degli anni precedenti. E questa è, più o meno, la storia comune a tutte le regioni italiane che hanno subito maggiormente il peso della pandemia e delle terapie intensive in fibrillazione. A fare da eccezione alla regola, alcuni piccoli comuni che, addirittura, hanno visto diminuire i decessi rispetto agli anni precedenti: anche cali di poche unità, in tempi di pandemia, sono molto significativi. Tra questi, il piccolo centro di Zerba, abbarbicato sulle montagne e abitato da meno di 100 anime.

Un’identità che già di per sé lascia intuire molto ma che non è assolutamente condizione necessaria e sufficiente per questi risvolti in positivo: basta immaginare uno scenario alternativo meno fortunato per rendersene conto. D’altronde, nello stesso centro di Piacenza, durante la prima ondata si sono contati proprio 60-70 morti al giorno!

Il vero segreto, dunque, risiederebbe nelle regole chiare, nel rispetto ferreo delle normative sociali ed igieniche.

Zerba in timelapse

Il comune di Zerba è tornato alla ribalta delle cronache per questa sua peculiarità proprio negli ultimi tempi, ma in rete è facile fare una piccola cronologia del suo “viaggio” attraverso la pandemia.

Ad Aprile 2020, il Corriere Padano gli dedicava un articolo intitolato “Lì dove il Covid-19 non arriva”. In piena prima ondata, il paesino, insieme a quello di Ottone, registrava 0 contagi. Effetto di una dura politica di controlli e restrizioni che, oltretutto, è stata molto attenta a tener lontani i “fuggiaschi” dalle città, desiderosi di raggiungere le seconde case in loco; il resto era merito, ovviamente, del distanziamento sociale imposto tra i pochi residenti, articolato tra controlli, chiusure e tutela delle persone più fragili.

Le mascherine, all’epoca, erano state portate dalle forze di polizia e dagli alpini, personalmente ringraziati dai sindaci Federico Beccia e Piero Rebolini.

Un mese dopo, a Maggio 2020, era stato “Libertà” a rimettere il focus sui due piccoli comuni virtuosi: “Cento giorni senza contagi“, titolava. In quell’occasione, il sindaco aveva commentato: “Riapriamo ora le seconde case dando il benvenuto a tutti nella speranza che ci sia rispetto e attenzione affinché il paese resti incontaminato. Rebolini ringrazia tutti i suoi concittadini per i sacrifici affrontati in questi mesi ma anche gli operatori della Croce Rossa che hanno aiutato gli anziani e i carabinieri per aver vigilato sul territorio”.

A fine anno, con una seconda ondata in corso, il “Piacenza Sera” segnalava i rialzi dei contagi in tutta la provincia, assicurando che l’unico comune di zona rimasto covid-free fosse proprio quello di Zerba.

La buona notizia è che questo trend si è riuscito ad imporre nel tempo: a Marzo 2021, qui, risultava già vaccinato il 95% degli ultra 80enni.

Insomma, un percorso virtuoso che resterà nella storia!

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