Le radici che affondano nella rossa argilla e conducono all’insolito

Le radici sono nascoste, ma non mentono mai. Sono quell’apparato che nutre la pianta e cerca sotto terra il posto migliore per svilupparsi; sono la garanzia di una buona vita, il lato oscuro di una fronda che le presenta. È seguendo le loro necessità che i vigneti assumono aspetti inconsueti, in una collina di argilla rossa a Mussolente.

Radici e insolito, argilla rossa e collina, ricerca di una qualità assoluta ed espressione del territorio. Questo mercoledì In mescita si affianca al quadro di Paul GauguinLa Vendemmia. Miseria umana di cui si è parlato su Venezie Channel. Un quadro insolito per il pittore, in cui la protagonista non è una sinuosa ed ammaliante donna esotica, ma una contadina rude e stanca, che nel suo essere donna verace, non solo d’apparenza, seduce fortemente.

Il quadro di Gauguin è legato al mondo di Bacco poiché rappresenta una fase del lavoro dell’anno, ma soprattutto perché ne esprime, attraverso cariche pennellate, l’essenza: fatica, sudore, rudezza, colore, umanità. Un mondo a cui l’enologo e il viticoltore cercano di dare una propria impronta, come il pittore, sfuggendo alle convezioni, come la rossa contadina seduta sul bordo del quadro.

La peculiarità della cantina Calalta di Mussolente è proprio questa, vera, naturale, schietta e senza filtri.

La cantina della collina dall’argilla rossa e dalle profonde radici

Calalta nasce negli anni ’70 come conferitrice d’uva, ma è solo a partire dagli anni ’90 che la cantina decide di intraprendere la strada della qualità, facendo un enorme cambiamento. Oggi Nicola Brunetti ne è coraggiosamente a capo, cercando di dare una costanza qualitativa che contraddistingua l’azienda, trovandosi un’eredità lasciata dal nonno fatta di scelte rare per il territorio che lo circonda. Nel 2009 nuovi impianti per i vigneti, che Nicola continua a studiare, esaltandone le caratteristiche.

Le viti affondano le loro radici in una collina dalla terra rossa, di argilla, che vanno in profondità, estrema. Sono basse, come se fossimo in Borgogna o nel Chianti, ed impiantate in modo tale che il numero di ceppi per ettaro sia cospicuo. Questo metodo di allevamento serve a dare struttura piena e profondità ai vini. Le uve sono sia autoctone, sia internazionali, tutte scelte perché predisposte a dare risultati incredibili in un terroir come quello di Calalta.

Cinque ettari di vigneti sparsi tra boschetti, laghetto, dossi e stradine bianche. Quando si varca il cancello aziendale si entra in un mondo in cui la natura è tenuta in palmo di mano, rispettata e seguita. In cui le viti dettano il ritmo, in cui le mani si sporcano facilmente con la terra, a volte anche sabbiosa. In cui le radici contano quanto la fronda, aiutate con sovesci e spinte in profondità.

Un Cabernet franc da dedicare a Gauguin

Ombrìa è un cabernet franc insolito, proprio come il quadro di Gauguin. Rosso, come le uve vendemmiate dalle contadine dipinte, come la terra che lo vede nascere. Le radici di queste viti affondano nella sommità della collina e sviluppano delle viti vigorose, che sfidano le convinzioni enologiche, la tradizione del luogo, che vuole il cabernet franc come un vino erbaceo, dalle chiare note verdi e ruspanti, ma che in questo caso è insolitamente fruttato e sanguigno.

È la creazione più recente della cantina, il cui carattere sembra rispecchiare quel volto di contadina dai capelli rossi, donna vera nella sua durezza e solitudine, come le note più scure di questo vino, che passano da frutta a bacca piccola ed arrivano a essere ematiche. Da cui, però, emerge la terra, nei sentori minerali, arricchiti da ginepro e alloro. I tannini al palato sono delicati, ma ancora ruvidi, aiutati nella loro espressione da una buona acidità, che esalta il dna erbaceo del cabernet franc.

La terra che si staglia dietro alla contadina e la ancora allo scenario è come il suolo di Calata, che nutre le radici di questo cabernet franc e lo definisce con estrema cesellatura.

Ombrìa è il modo più semplice che Calalta ha per esprimersi, ma che rispecchia appieno un fare insolito, non convenzionale. Vi lascio solo immaginare cosa si possa scoprire degustando i loro vini macerati o il passito. Serve solo un quadro a cui affiancarli.

Se curiosi, in questo periodo di reclusione forzata, potete assaggiarli a casa vostra acquistandoli nei seguenti e-commerce:

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