Il lato oscuro di Hollywood: mai più come prima

Che l’industria cinematografica avesse un lato oscuro non era certo un mistero: non si è mai parlato spesso delle spose minorenni di Charlie Chaplin, del matrimonio di Woody Allen con la sua figliastra o del trauma che Maria Schneider si è portata dietro a vita per quella scena di Ultimo tango a Parigi; eppure, sono tutte realtà tristemente consolidate.

Gli scandali che stanno travolgendo la Hollywood odierna, però, hanno qualcosa di diverso: puntano alla radice, all’evoluzione, ad un’apertura coraggiosa e dolorosa che serva non solo come monito, ma da esempio. Perché le cose finalmente cambino.

Il caso Weinstein

Sarà sicuramente anche merito del fatto che, in un’era social e iperconnessa come quella che stiamo vivendo, qualunque tipo di evento gode di una risonanza amplificata: la scintilla che ha fatto scattare quella che da alcuni è definita come “la macchina del fango su Hollywood” è stato il caso Weinstein. Una pioggia di denunce per molestie sessuali – anche da parte di attrici ultra famose e molto amate – che ha letteralmente travolto il produttore più influente al mondo, una specie di divinità che appariva intoccabile e impossibile da buttar giù dall’Olimpo.

L’effetto domino che si è scatenato è culminato non solo con l’allontanamento dalla società che lui stesso aveva contribuito a fondare (The Weinstein Company) ma anche con l’espulsione dal club dell’Academy degli Oscar e, infine, con la recente condanna a 23 anni di carcere.

La dolorosa vicenda di Kevin Spacey

Con l’entrata in scena del movimento #MeToo, anche Kevin Spacey si è ritrovato alla berlina. Accusato di abusi sessuali da un altro attore che, al momento del fatto, sarebbe persino stato minorenne, ha cominciato a “collezionare” denunce social che hanno – in questo caso – molto diviso l’opinione pubblica, anche perché è stato proprio in quell’occasione che Spacey ha fatto coming out, rivelando la sua omosessualità. Anche lui è sparito dai radar ed è stato cacciato da tutte le produzioni a cui stava lavorando entrando, dopo una vita di successi, dritto dritto nell’oblio.

Tuttavia, almeno parte di quelle accuse sono cadute in breve tempo.

I casi di Sylvester Stallone e Dustin Hoffman

Nessuna pace nemmeno per altri due grandi nomi del cinema: Dustin Hoffman e Sylvester Stallone.

Entrambi hanno ricevuto accuse di molestie per fatti accaduti negli anni ’80: in particolare, l’interprete di “Rambo” avrebbe costretto una sedicenne ad un rapporto a tre in un lussuoso hotel di Las Vegas, coinvolgendo la sua guardia del corpo di allora.

Johnny Depp: i dubbi sulla sua colpevolezza

In una situazione del genere, in cui si fatica a capire quale sia la verità e quale la menzogna e in cui, ovviamente, qualcuno ha cercato anche di approfittarne, sono accadute cose molto spiacevoli ed ambigue, per le quali vale la pena scendere nei dettagli per farsi un’idea più chiara.

Quando la ormai ex moglie di Johnny Depp ha millantato di aver subito violenze domestiche, il mondo intorno all’attore è crollato: contratti milionari chiusi nel bel mezzo della collaborazione, insulti, richieste economiche a diversi zeri… eppure, nel profilo di Amber Heard si riscontrano tantissimi elementi contrastanti. Lei stessa, infatti, venne denunciata dalla ex compagna di abusi e l’ex assistente dell’attore ha messo nero su bianco la sua testimonianza: era proprio la Heard la violenta della coppia, consumando abusi fisici e mentali ai danni del marito.

Al contempo, Winona Rider e Vanessa Paradis – ex fidanzata storica e ex moglie del “pirata” più amato della Disney – si sono schierate al fianco di Depp, assicurando che le loro relazioni fossero state pulite e serene.

Insomma, è una vicenda su cui c’è ancora tanto da indagare.

Il disastro più recente: l’abuso di potere di Joss Whedon

Una rivelazione recente che sta scioccando il mondo intero è quella che riguarda il regista Joss Whedon: conosciuto dai teenagers dei nostri tempi per il suo lavoro con gli eroi di The Avengers e della Justice League, era incredibilmente amato anche dai Millennial per aver creato quella meravigliosa serie che è “Buffy, l’ammazzavampiri“. Un prodotto all’avanguardia, incredibilmente femminista e di una profondità pazzesca… peccato che a dargli vita sia stato un uomo ricolmo di ego e persino in grado di molestare una minorenne.

Perché è questo il profilo che ne sta uscendo fuori, nelle ultime settimane: accusato di comportamenti offensivi e poco professionali da parte dell’attore Ray Fisher, Whedon è entrato nel mirino social anche di tantissime attrici del set di Buffy, incluse Sarah Michelle Gellar, Charisma Carpenter e Michelle Tachtenberg che, all’epoca delle riprese, aveva solo 15 anni; sembra che al regista fosse vietato restare solo con lei, il che la dice lunga sul suo comportamento.

Al di là delle valutazioni che ognuno di noi può fare in realzione a tutti questi accadimenti, c’è una riflessione da fare sul futuro ma anche sul passato di Hollywood. Probabilmente l’immagine di molti dei capolavori che amiamo e che abbiamo amato resterà indelebilmente “sporcata” da questi avvenimenti, ed è umano che avvenga. C’è una distinzione, però, che è necessario fare: quella tra arte e artisti.

Un film che ci ha emozionati può continuare a farlo, può essere sganciato dal regista, dal produttore e persino dagli attori che vi hanno partecipato.

D’altronde, quante canzoni composte da personalità ambivalenti fanno parte delle nostre playlist preferite? Parola dell’ex moglie di Phil Collins, che ha svelato i tristi segreti dietro la meravigliosa “In the air tonight“. O del tribunale che ha mandato in carcere Bertrand Cantat, leader dei Noir Désir, con un’accusa di omicidio preterintenzionale ai danni della compagna.

C’è forse qualcuno che potrebbe mai non emozionarsi su queste note?

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