Cos’è più felliniano di un Incrocio Manzoni spumantizzato?

L’Incrocio Manzoni ha quest’anima duplice, data dalle sue peculiarità genetiche, in cui padre e madre si sono fusi insieme per dare vita ad un’uva il cui carattere fa emergere alternativamente le tipicità dei genitori. La versione metodo classico, coadiuvata dalle bollicine, apre una scena tutta felliniana ai nostri sensi.

Incrocio Manzoni e Fellini, un vitigno ed un regista, nella stessa frase. Perché? Questa settimana ho riletto il nostro articolo scritto in merito al documentario andato in onda ad inizio mese sulla Rai che omaggia Fellini a 100 anni dalla sua nascita e ho iniziato a pensare a quale vino associare e, perché no, degustare in compagnia di una mente così sorprendente come quella di questo regista. La risposta non è arrivata subito, ma una volta trovata, ne sono rimasta folgorata. Un metodo classico di Incrocio Manzoni 6.0.13, prodotto dalla cantina Cirotto di Asolo, dal nome assai felliniano: “Sogno”.

Incrocio Manzoni 6.0.13: identità

Vitigno nato agli inizi del secolo scorso, grazie agli studi affrontati dal professore che gli ha dato il nome, l’Incrocio Manzoni 6.0.13 è un’uva bianca che possiede forza, sia in vigna sia al palato, mascherata da una suadente eleganza estetica, in pianta, e olfattiva, nel calice. Varietà che nasce a Conegliano, nella Scuola Enologica Cerletti, ancora oggi attiva nell’educazione di futuri enologi e lavoratori del comparto vino, l’Incrocio Manzoni 6.0.13, o anche Manzoni bianco, è attualmente coltivato in tutta Italia da alcune personalità dell’enologia che ne hanno amato a primo istante le caratteristiche. Dal Trentino alla Basilicata, questa è un’uva mai uguale a se stessa, che conferisce un’impronta al vino totalmente diversa a seconda del suolo in cui cresce, ma anche dell’annata che affronta. È sorprendete, irripetibile, unica.

Un po’ quello che penso di Fellini. Questo vitigno regala vini che racchiudono luci ed ombre, sogno e cruda realtà, spirito e concretezza. Proprio come il regista sapeva fare nei suoi film. Uno fra tutti è ancorato ai miei ricordi, legato alla visione onirica della realtà provinciale italiana: Amarcord.

Ed è pensando a questo film che “Sogno” è affiorato alle mie labbra, nella sua fresca pienezza di spumante da metodo classico.

L’Incrocio Manzoni 6.0.13 è un’impollinazione di pinot bianco per riesling renano e preserva nel suo spettro aromatico le caratteristiche di entrambi i genitori. È un’uva che risulta più acidula e minerale in alcuni terreni o in annate più fredde, come il papà riesling. Invece, è più aggraziata e fruttata in annate più temperate, come la mamma pinot bianco.

Il continuo rimando alle proprie origini di questo metodo classico chiamato “Sogno” cala il fortunato bevitore in un’esperienza onirica, fatta di aromi e sensazioni che si alternano in un gioco circense, di personalità ben distinta, ma che riconduce ad una duplicità intrinseca. Un vitigno autoctono veneto che si affaccia nel mondo altisonante degli spumanti e ne emerge da vincitore.

Un vino felliniano, che racconta di fughe esotiche nei suoi profumi agrumati, dolci e fragranti, ma che arriva nel profondo con semplicità e divertimento grazie alla sua bollicina cremosa ed agli aromi di pasticceria che tanto rincuorano.

Cirotto vini

Cirotto, cantina che ha sede ad Asolo dove siamo stati la settimana scorsa in visita virtuale, è un’azienda che ha sfidato il suolo in cui risiede, premiando la coltivazione dell’Incrocio Manzoni a discapito di altre varietà diffuse in zona, rendendolo il protagonista principale dell’azienda. Francesco Siben, alla guida della cantina, ha avuto il coraggio di proporlo in una versione atipica per questo vitigno: spumante, rifermentata con metodo classico. Ha creduto fermamente nelle potenzialità che quest’uva racchiude, nel suo bouquet aromatico profondamente mutevole, ma sempre intenso, nella sua struttura particolarmente presente che non teme l’invecchiamento, anzi!

Il risultato è questo vino felliniano, “Sogno”, chiamato così perché incarna la speranza di riuscire a dar voce ad un’eccellenza territoriale, che sa distinguersi nel mondo degli spumanti per il suo essere. Una firma stilistica della cantina che ottiene premi dalla critica, proprio come i film di Fellini.

Come calice tra i primi dell’anno da degustare, è decisamente uno spumante per un augurio di realizzazione, per rendere la quotidianità di provincia un capolavoro indimenticabile, un sogno.

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