Un Natale da rendere ancora più dolce

Natale 2020: sembrano dieci caratteri messi per puro caso l’uno accanto all’altro, quasi incompatibili ed incomprensibili. Eppure manca veramente pochissimo alla festa più desiderata dai bambini. Quest’anno anche per molti adulti il Natale sembra segnare un momento particolarmente significativo, persino le persone più Grinch tra di noi sembrano aver voglia di festeggiarlo.

E per questo Natale restiamo in sicurezza anche scrivendo, parlando di prodotti della regione, nella zona delle Venezie, dove la settimana scorsa abbiamo fatto una piccola gita in cerca di una prelibatezza locale: il mandorlato di Cologna Veneta.

Il mandorlato di Cologna Veneta

Questa pepita ricca di zucchero, miele, albume e mandorle è un tesoro che regna sovrano nelle tavole di Natale in tutta Italia, in particolare in quella della mia famiglia, che se potesse lo mangerebbe anche d’estate, come si fa in Sardegna ad esempio.

Queste piccole schegge, che si ricavano dopo aver ben sbattuto il malcapitato mandorlato, sono un’estasi per le papille molto sollecitate durante i cenoni e i pranzi natalizi. La loro intensa dolcezza, la loro croccantezza, ogni tanto accompagnata da un po’ di amarognolo dato dalle mandorle, mette a dura prova denti e non solo. Esimersi dal terminare il pasto o il cenone senza averne addentato un morso sarebbe un peccato natalizio di quelli di cui seriamente pentirsi.

Questo Natale cerchiamo di apprezzare questa leccornia dedicandogli un momento tutto a sé, in cui la famiglia, esigua o numerosa, si riunisca in salotto, con una bella scatola da aprire che sveli il suo goloso contenuto, insieme ad un calice scintillante di un vino che fermi il tempo in quell’istante, come una polaroid da appendere al frigo.

Il vino giusto

Abbinare un vino ad un dolce così potrebbe essere qualcosa di azzardato, eppure in Veneto abbiamo tante possibilità con cui cercare di trovare l’abbinamento migliore. Quali? Sicuramente tutta la gamma dei vini dolci, che spazia da vini passiti a vini spumanti.

Per questo Natale io mi sono concentrata su due vini dolci che mi fissano profondamente nell’atmosfera di questi giorni.

Il torchiato di Fregona della cantina Piera Dolza

Il primo è il Torchiato di Fregona, un vino passito che nel suo colore fa riaffiorare il calore delle luci delle candele dell’avvento, che fa brillare di sfumature scintillanti il calice in cui è versato, portando al naso note di canditi, miele, albicocca disidratata e spezie dolci. Un sorso che, con la sua intensa eleganza, supporta la dolcezza del mandorlato, sostenendola con una brezza di acidità che va a bilanciare il palato. La cantina Piera Dolza di Fregona conosce bene il suo territorio, le colline che ne danno i frutti e che fanno rientrare questo vino bianco passito tra la Docg dei Colli di Conegliano. Una piccola realtà a cui far visita, dedita ad un’eccellenza del territorio, con i suoi vecchi torchi dove pigiare le uve messe ad appassire, che regala emozioni non solo enogastronomiche, ma anche nei panorami che si intervallano tra un promontorio e l’altro nella strada che ci conduce a Fregona.

Il Raboso passito di Bonotto delle Tezze

Restando in zona, ma scendendo in pianura, incontriamo invece il secondo vino di questo dolce Natale. Un fine pasto ancora più saporito, poiché pensato in abbinamento al cioccolato. La golosità di questo periodo prevede, infatti, la variante del mandorlato ricoperta di scioglievole cioccolato fondente. Un ingrediente ostico, quest’ultimo, da abbinare ad un vino. Eppure tra le vigne che circondano il Piave abbiamo un vino passito che non teme confronto con questa personalità alquanto vistosa. Il cioccolato persiste a lungo in bocca e regala delle note molto speziate e spesso amarognole. Cosa abbinare quindi a questo scrigno croccante di mandorle, miele, zucchero e cioccolato? Contrasti che fanno fare le montagne russe alle nostre papille gustative! Ed il Raboso Passito di Bonotto delle Tezze regge senza timori questo gioco.

Maestri nella vinificazione delle viti che circondano il Piave e nella tecnica dell’appassimento, Bonotto delle Tezze con il loro vino passito ci regalano un vino dolce che ha la capacità di ammaliare il palato con le sue calde note speziate, che ricordano profondamente quelle di marasca e prugna, dal colore profondo, quasi impenetrabile, a cui si aggiungono sferzate di freschezza date dal vitigno con cui è prodotto. L’indomito raboso, anche nella versione più dolce, non perde la sua identità. Un vino rosso passito, quello di Bonotto delle Tezze, che vi farà profondamente desiderare che sia ancora una volta Natale. Non resta che terminare il pasto.

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