Dal palcoscenico del teatro al grande pubblico della TV: Marta Richeldi si racconta

Un percorso artistico lungo e importante, molti anni di  formazione e tanto teatro, ora la TV. Da tre stagioni, Marta Richeldi è tra i protagonisti della fiction RaiIl paradiso delle signore“.

Ogni giorno, quasi 2 milioni di telespettatori seguono le vicende dei protagonisti della serie nella quale l’attrice veneziana interpreta Silvia Cattaneo, l’elegante ed impeccabile moglie del ragioniere, una donna forte che ha rinunciato al suo lavoro per occuparsi con dedizione alla famiglia. Silvia è una madre che ama i suoi figli e che ha fatto delle scelte sbagliate ma è una donna che osa rischiando  a volte anche di non essere amata. Un personaggio in bilico tra l’amore e la rabbia e la sofferenza – molte volte ben nascosta – e la nostalgia. Marta Richeldi esprime la sua Silvia con una recitazione affidata alla gestualità e allo sguardo. Silvia è tutta nei suoi occhi azzurri a volte anche duri, nel suo aspetto curato, elegante e rigido. Nei suoi gesti misurati ma precisi che rendono il personaggio credibile e naturale.

Ma quando le riprese finiscono, le luci si spengono e la porta de “Il paradiso delle signore” si chiude, chi è Marta Richeldi?

Una domanda da un milione di dollari! È che trovo davvero difficile definire una persona, chiunque essa sia, e auto-raccontarsi lo è ancor di più. Quel che ti posso dire e che smessi i panni d’attrice… metto il pigiama perché son stanca! Scherzi a parte: dopo il set entra in scena la mamma e ti assicuro che fra tutti i ruoli che ho affrontato questo è quello più  impegnativo, ricco e sorprendente. E quando rimane un po’ di tempo adoro: sgranocchiare patatine guardando film vecchi e nuovi; disquisire con gli amici d’arte e bellezza come antidoto ai mali del mondo, senza trascurare lo spritz; camminare in mezzo alla natura e, quando le cose corrono troppo veloci, fermarmi e cercare il centro di gravità… sai, quello di cui parla Battiato.

Nel suo percorso artistico c’è il cinema e c’è l’esperienza alla regia, ma la sua formazione e la sua carriera sono incentrate sul teatro, quindi recitazione dal vivo: il contatto con il pubblico, gli applausi, il sipario che sia alza, l’immediatezza dell’azione. Come sta vivendo questa esperienza televisiva?

È stata un’esperienza molto, molto istruttiva ed esaltante e lo è ancora. Recitare davanti alla macchina da presa era un sogno, per tanto tempo tenuto con cura, come si dice, nel casetto, aspettando il momento giusto… meglio tardi che mai! Prima de “Il paradiso delle signore” ho avuto alcune esperienze cinematografiche partecipando anche a produzioni internazionali con cast stellari – e penso, fra gli altri, a “Golden Bowl“, diretto da James Ivory con Uma Thurman e Nick Nolte -, o televisive, come “Faccia d’Angelo” di Andrea Porporati con Elio Germano. Esperienze bellissime ma… troppo brevi! Finivano presto e io rimanevo lì come un bimbo a cui viene tolto il cono gelato dalle mani non appena ha appoggiato le labbra sul cioccolato… è triste no? “Il paradiso” e la sua lunga serialità mi hanno dato la possibilità di confrontarmi con una recitazione decisamente più minimale rispetto a quella teatrale, di acquisire maggior  controllo emotivo e gestuale e di esercitare la capacità di entrare in stati d’animo diversi in tempi molto brevi.   

Questo è un anno difficile, la pandemia ormai da mesi ha cambiato le nostre vite. I sociologi qualche mese fa dicevano: ne usciremo migliori. Lei crede sia così?

Credo dipenda da noi: chi già prima era incline a vedere nelle difficoltà che la vita presenta delle possibilità di crescita ed evoluzione, immagino l’avrà fatto anche stavolta e forse, di fronte ad un evento così travolgente, avrà dovuto metterci ancor più passione ed impegno; chi era portato a sorvolare sui problemi, o negarli o nascondersi, probabilmente stavolta si sarà chiuso nel negazionismo e nella paura ed ha bisogno d’aiuto.

Come ha vissuto il periodo di lockdown? Le è mancato il set?

Ho avuto più tempo per mio figlio: abbiamo giocato, ballato e calciato il pallone; tutto in casa, naturalmente, e addio al lampadario di Murano! Non sono state sempre rose e fiori, ma oggi il legame con mio figlio è ancora più forte.

Certo che mancava “Il Paradiso”… lo cerchiamo tutti no? 

“Il paradiso delle signore”, diretto da quattro diversi registi e prodotto da Giannandrea Pecorelli, è un po’ ispirato a “Al paradiso delle signore” di Émile Zola. È una serie ambientata nella Milano degli anni sessanta e racconta le storie di un gruppo di persone che, direttamente o indirettamente, hanno a che fare  con un grande magazzino.

Quella raccontata nella fiction è un’Italia in fermento. È l’Italia del boom economico, della società che cambia, dell’emancipazione femminile, dell’emigrazione interna da sud a nord, delle famiglie indissolubili perché non esisteva ancora il divorzio; non mancano i grandi valori come l’amicizia e l’amore.

Secondo lei dell’Italia raccontata nella fiction c’è ancora qualcosa oggi?

Era sicuramente un’Italia più ottimista che credeva nei propri sogni e nella possibilità di poterli realizzare, c’era un entusiasmo e un fermento oggi un po’ assopiti e le donne iniziavano ad avere un ruolo più attivo nella vita produttiva del Paese. Ecco, anche oggi come allora, seppur la situazione per molti versi è cambiata, le donne continuano a lottare e battersi per potersi realizzare appieno e in maniera armonica nella vita privata e professionale. Credo ci sia ancora molta strada da fare.

Per effetto dei provvedimenti presi per la pandemia, cinema, teatri e produzioni televisive hanno subito una battuta d’arresto importante; per gli operatori della cultura non ci sono state manifestazioni o indignazione. Conta veramente così poco la cultura?

Ahimè, forse per il nostro Paese sì: si sottostima il suo valore capace di far emancipare, crescere ed evolvere un Paese. È un vero peccato e, se penso all’Italia, alle sue bellezze e al patrimonio inestimabile che possiede e che tutto il mondo ci invidia, davvero non me ne capacito. Ma chissà che questo momento così difficile possa davvero riservarci qualcosa di positivo ed inaspettato.

“Il paradiso del signore” è indubbiamente un grosso successo e un grande impegno perché va in onda tutti i giorni alle ore 15.55 su Rai Uno ma, oltre al “Paradiso”, Marta Richeldi cosa vorrebbe fare?

Ho studiato a lungo per fare questo mestiere, gran parte della mia vita l’ho trascorsa in tournée teatrali e set televisivi e cinematografici. Amo profondamente il mio lavoro, l’ho fatto con gioia anche se non è stato sempre facile. Vorrei, come molti miei colleghi, semplicemente continuarlo a fare con maggiore serenità e riconoscimento da parte delle istituzioni.

Ritornando al suo personaggio, nelle ultime puntata Silvia è stata lasciata dal marito Luciano: per lei ci sarà qualcosa di bello ?

Lo spero con tutto il cuore, se lo merita! Non siete d’accordo? Vi rispondo così perché non conosco neppure io quale sia il destino di Silvia. Gli sceneggiatori de “Il paradiso”, come sapete, sono sempre al lavoro e noi attori certo sappiamo più del pubblico, ma la storia è in continua evoluzione e non vedo l’ora di ricevere belle sorprese. Quel che posso dirvi è che questo è un momento davvero importante per la vita di Silvia. È vero ora sta vivendo la fine di quello che è stato il suo progetto di vita, il  matrimonio, la famiglia, ma è proprio nei momenti di crisi che si cela la possibilità di un nuovo inizio. Noi esseri umani siam fatti così, è nella difficoltà che tiriamo fuori la parte migliore di noi stessi e Silvia possiede tutte le risorse per ricominciare alla grande. Questo lo so per certo!

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One thought on “Dal palcoscenico del teatro al grande pubblico della TV: Marta Richeldi si racconta
  1. Molto brava.Si.capisce che ha iniziato con il teatro.Per avere una buona dizione e padronanza bisogna partire dal teatro e da una seria preparazione Accademica.Sono contenta che ad oggi mia figlua abbia fatto solo qyello.Il resto arrivera’.

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