Festa del Cinema di Roma 2020: un’edizione rivoluzionaria

È in corso già dal 15 Ottobre e continuerà fino a domenica 25: stiamo parlando, ovviamente, della Festa del Cinema di Roma 2020 che, in questa quindicesima edizione, si sta rivelando più rivoluzionaria che mai.

Il programma

Location fulcro della manifestazione è il futuristico Auditorium Parco della Musica anche se, in contemporanea, sono coinvolti anche altri luoghi della Capitale: il viale di 1300 mq che conduce alla Cavea è stato trasformato, per qualche giorno, in uno dei red carpet più grandi al mondo.

Tra proiezioni, eventi, mostre, installazioni, convegni e dibattiti, menzione speciale meritano gli “Incontri Ravvicinati” con attori, autori e protagonisti della cultura nazionale ed internazionale ed i film della Selezione Ufficiale e della categoria “Tutti ne parlano“.

Ma questo appuntamento si è rivelato, ben presto, qualcosa di molto più importante.

Molto più di una semplice manifestazione

Nonostante fossero attesissime le interviste sul red carpet e le anteprime di alcune pellicole – tra cui “Mi chiamo Francesco Totti” di Alex Infascelli e la nuova fatica di Gabriele Mainetti che, dopo il fortunatissimo “Lo chiamavano Jeeg Robot”, ha lavorato per portare nelle sale a Dicembre “Freaks out” -, è stato un documentario a tracciare la scia di questa edizione della Festa del Cinema di Roma… un progetto dalla portata rivoluzionaria. Tanto che se ne parla già da giorni.

Le parole di Papa Francesco riguardo alle unioni civili omosessuali stanno dividendo l’opinione pubblica riuscendo a coinvolgere tutti, fedeli e non; nel docufilm “Francesco” del regista russo Evgeny Afineevsky, infatti, Bergoglio ha ribadito una posizione molto accogliente nei riguardi delle relazioni sentimentali tra persone dello stesso sesso, affermando che: “Le persone omosessuali sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulla convivenza civile.“.

Parole estremamente potenti, ma rese ancor più pregnanti dalla introduzione-testimonianza di Andrea Rubera, omosessuale e cattolico, sposatosi in Canada dove la sua unione ha visto riconosciuta anche la paternità su tre figli nati attraverso la maternità surrogata. Rubera aveva consegnato al Papa una lettera, qualche tempo fa, in cui gli esprimeva disagio e dispiacere perché non riusciva ad introdurre i suoi bimbi in parrocchia; Francesco lo chiamò qualche giorno dopo al cellulare: “Porti i suoi piccoli in parrocchia, ne hanno diritto“.

Un inedito red carpet

A pochi mesi dalla scomparsa del maestro Ennio Morricone, l’intera atmosfera è densa e ricca delle sue musiche che arricchiscono il red carpet con le sue note più leggendarie ma anche pop e orecchiabili, passando da “Se telefonando” a “Abbronzatissima”. Un omaggio sentito, dovuto, voluto, che accompagna tutti i grandi ospiti che calcano il tappeto rosso del tempio romano della musica.

A chiusura, molto attesa anche la proiezione di “Cosa sarà” di Francesco Bruni (protagonista Kim Rossi Stuart), cineasta romano pluripremiato e sceneggiatore di film del calibro di “Ovosodo” e “La prima cosa bella”, oltre che di serie televisive importanti come “Il commissario Montalbano”.

Il Festival del Cinema di Roma vede la sua realizzazione nei nomi del Direttore Artistico Antonio Monda, del Presidente della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli e del Direttore Generale Francesca Via. Questa quindicesima edizione fa parte di Romarama, programma di eventi culturali promosso da Roma Capitale.

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