Il Primiero, la valle delle pale di San Martino

La valle del Primiero è la bellissima valle del Trentino orientale, incastonata tra Pale di San Martino, Vette Feltrine e Lagorai.

Aria aperta, tradizioni e un’ottima cucina in un paesaggio che spalanca il cuore alle emozioni.

Ecco la mia estate e una ricetta speciale!

Il muro dell’alluvione
Cataste e Canzei
La seggiola rossa

Mezzano, il borgo romantico

E’ un borgo dal passato agricolo, testimoniato dai tabià (fienili) in legno e le fontane per il bestiame.

La signora Maria Pia, dolce e sorridente anziana del paese, mi racconta che il 4 novembre 1966 un’alluvione portò morte e distruzione in Primiero e Vanoi.

La pioggia era tanta. Si aspettava la frana vicino al capitello della Madonna. Tutti corsero al riparo. La frana invece sfogò in una zona neutra risparmiando capitello e paese.

In seguito, venne costruito un muro di contenimento a fianco al capitello.

Il muro ora è “un’opera” in legno e marmo e rappresenta l’abitato dell’epoca e dei diavoli minacciosi.

Sì, un’opera. Non è l’unica! Mezzano espone lavori di artisti locali sui muri e nelle piazze lungo il percorso “Cataste e canzei“.

E per non dimenticare, in estate tra i vicoli apparirà una seggiola rossa con un campanello. Suonatelo. Qualcuno del paese verrà a raccontarvi le storie del passato.

Il Vanoi…

Una galleria di quasi 3 km nel Monte Totoga conduce alla Valle del Torrente Vanoi.

Il paese più grande è Canal San Bovo, circa 1500 anime.

Le antiche attività contadine, pastorali e l’alpeggio estivo del bestiame nelle malghe sono raccontati lungo il Sentiero Etnografico dell’Ecomuseo del Vanoi.

El molin de sora
Dentro il mulino
La scuola elementare

…. e i Mulini di Ronco Cainari

Sono due mulini ristrutturati negli anni 2000.

El molin de sora” risale al 1779. Dismesso dopo l’alluvione del 1966, ora funzionante durante i tour guidati.

Il mais o “sòrc” era il cereale più diffuso in questa zona, usato per la polenta e le “pape”, polentine cotte nel latte.

Ora si coltiva il mais “Dorotea“. Molato a pietra, da una farina integrale dolce e delicata, ottima per dolci, biscotti e pane. E le gallette, gialle e saporite.

Cercate la “busa delle patate“: una botola nel pavimento per conservare a lungo i tuberi.

Durante la guerra, la “busa” nascondeva i sacchi di grano molati durante la notte, per risparmiare i dazi statali sulla farina.

El molin de sot“, troppo compromesso strutturalmente, è uno spazio espositivo e conviviale.

A Ronco le case erano poche. Il centro del paese era la fontana, per abbeverare gli animali e prendere l’acqua.

La scuola ospitava tutti i bambini del paese dai 6 ai 10 anni in un’unica classe. Ogni classe veniva ripetuta due volte: bambini in primavera aiutavano i genitori e abbandonavano gli studi.

I muri delle case più ricche venivano decorati con affreschi di santi.

Nei sottotetti vedrete delle incisioni simili a “FF J921“. Ovvero “fece fare 1921” per indicare l’anno di costruzione della casa. Il numero 1 assomiglia ad una J, una grafia antica per dare più prestigio all’incisione.

La segheria all’interno
La ruota della segheria
Il Vanoi

Ponte Stèl, Valzanca e Tognola

A Ponte Stèl lavora l’antica segheria alla veneziana di Valzanca.

Orsingher, un commerciante di legname di Canal San Bovo la costruì nel 1870, dove il legno transitava a valle.

Finita la Prima Guerra, il Vanoi si ritrovò povero e misero. Il Comune di Canal rilevò segheria e segantini.

Con la Seconda Guerra, la segheria venne lasciata in balìa degli eventi fino alla ristrutturazione a fine anni Novanta.

A mezza quota stanno i Pradi de Tognola, con alcune casère, stalle e fienili.

La casèra, fatta di tronchi, ospita il “larin”, il focolare, con la catena per “el candrol“, il paiolo della polenta. Attorno, panche per sedersi e riscaldarsi, “scansie” portaoggetti alle pareti e un tavolo da lavoro.

A fine estate, gli abitanti tornavano a valle con i formaggi da vendere o barattare.

La stalla era al piano terra, ben protetta dalle intemperie, ricoverava le mucche di diversi proprietari. Da una botola nel soffitto veniva calato il fieno e distribuito nelle mangiatoie.

Il piano sopra era il fienile comune, ben arieggiato e con alti cumuli di foraggio di diversi tagli. Chissà che profumo!

I Pradi
La casèra
Il panorama dai Pradi

La torta di Linz

La mia amica Orietta mi regala la ricetta della Linzertorte.

La Linz ha un impasto molto basso arricchito con nocciole, noci o mandorle. È ricoperto da marmellata di ribes rosso, prugne, lampone o albicocca.

Si prepara così:

  • 300 gr farina
  • 200 gr zucchero
  • 150 gr burro a tocchetti
  • 100 gr nocciole tritate
  • 2 uova
  • 1 cucchiaino di lievito
  • 1 cucchiaino di cannella
  • La buccia grattugiata di un limone
  • Un pizzico di sale
  • Marmellata di prugne o albicocche

In una ciotola lavorate tutti gli ingredienti e formate una palla.

Fatela riposare un’ora in frigo.

Stendete 2/3 dell’impasto in una sfoglia sottile e foderate uno stampo da crostate.

Ricoprite di marmellata.

Con l’impasto rimasto, formate tante striscioline sottili e mettetele a rete sulla marmellata.

Decorate il bordo con mandorle a lamelle, spennellato con un albume sbattuto.

Infornate a 180° per circa 40 minuti.

Il mio viaggio continua… in quota. Vi aspetto!

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