La colomba di Pasqua, la dolce storia della pace

La Pasqua è la festa religiosa della rinascita e della pace. I suoi simboli più rappresentativi sono l’uovo e la colomba.

Vi abbiamo già raccontato come l’uovo veniva usato durante questa festività nel corso dei secoli.

Stavolta tocca alla colomba. Viaggiamo ancora una volta nel tempo per scoprire la sua tradizione e come è nato il tipico dolce che consumeremo tra pochi giorni.

La colomba nella Bibbia…

Nei libri della Genesi dell’Antico Testamento compare la colomba al termine del diluvio universale.

Noè e il suo popolo si erano finalmente riconciliati con Dio, mettendo così fine al castigo divino dell’inondazione. La colomba portava in dono a Noè un ramoscello di ulivo, tenendolo fra i denti.

La pace era fatta e la vita ritornava a scorrere, con la pace e la gioia nel cuore.

Nel Nuovo Testamento la colomba appare con la Risurrezione di Cristo dal Santo Sepolcro.

La colomba nella religione rappresenta lo Spirito Santo, la speranza e la salvezza. Ed è universalmente accettata come il simbolo della pace e della prosperità.

colomba

… e nella storia: Alboino il Re dei Longobardi

Siamo a Pavia nel 572 d.c. Dopo un assedio durato ben tre anni, la città finalmente si arrese all’esercito del temibile Re longobardo Alboino.

Era la vigilia di Pasqua. Il popolo, sperando di rabbonire il Re e salvare così molte vite, porse al reale e ai suoi soldati numerosi doni, in segno di sottomissione.

Tra i doni c’erano anche dodici bellissime fanciulle, pronte ad allietare le notti del re.

D’un tratto si fece avanti un vecchio artigiano, con in mano dei soffici pani, bianchi e dolci. Si prostrò solennemente davanti al trono, posto nel sagrato della basilica, e con molta deferenza offrì i suoi pani in segno di pace.

Quei pani avevano la forma di colomba: un segno di pace nel giorno di Pasqua.

Il re assaggiò i pani e ne restò alquanto soddisfatto. Tanto da proclamare la pace con il paese e da adottare la colomba come sua rappresentazione dolce.

Il regalo del vecchio altro non era che un modo molto astuto e coraggioso per ingannare il Re.

Le giovani ragazze, interrogate dal Re, risposero tutte di chiamarsi Colomba.

Il Re capì l’imbroglio. Ma decise di mantenere la promessa di pace verso la città e lasciò intoccate le giovani.

San Colombano

Siamo ancora nel regno longobardo intorno al 600 d.c.

La Regina Teodolinda invitò San Colombano e i suoi monaci ad un sontuoso banchetto a base di selvaggina e carne.

Era periodo di penitenza pasquale e il Santo non voleva offendere la Regina rifiutando le sue pietanze.

Così decise di benedire il banchetto. Con un gesto della mano destra compì un miracolo davanti a tutti. Le gustose carni si trasformarono in dolci di pane bianco a forma di colomba.

La battaglia di Legnano

Una leggenda riconduce la nascita della colomba pasquale alla battaglia di Legnano del 1176.

I Comuni Lombardi lottavano con forza e astuzia per sconfiggere l’invasore tedesco Federico Barbarossa, Imperatore del Sacro Romano Impero.

Durante la battaglia, tre bianche colombe in volo si posano sopra le insegne longobarde.

L’esercito lombardo uscì vincitore dalla battaglia, indebolendo ulteriormente l’esercito tedesco.

Il condottiero Carroccio attribuì la fortunata vittoria proprio alle colombe. E fece dedicare loro dei dolci a forma di colomba.

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La colomba diventa dolce industriale

Agli inizi del 1900 il panettone regnava sulle tavole nel periodo natalizio. Angelo Motta, patron della nota azienda milanese famosa per il dolce di Natale, appoggiò l’idea del suo direttore pubblicitario Dino Villani.

Dino Villani, una delle prime mitiche figure del mondo della pubblicità, era un uomo eclettico. Dapprima capostazione, divenne pubblicitario grazie al suo talento nella pittura. Fu un precursore della comunicazione integrata che caratterizzò i decenni successivi: un mix di immagine, eventi, marketing e prodotto. Lavorò come direttore della pubblicità per Motta dal 1934 al 1939. Villani creò il logo che tutti conosciamo: la caratteristica M , come il nome dell’azienda e la sua milanesità.

Villani si rese conto che le macchine della fabbrica in Viale Corsica rimanevano ferme per molti mesi, finita la produzione per il natale. Gli operai avevano bisogno di lavoro. Propose così a Motta la produzione di un nuovo dolce lievitato e soffice, molto simile al panettone come ingredienti e preparazione. L’impasto di farina, burro, uova, zucchero, buccia d’arancia candita aveva la forma di colomba, con copertura di amaretto e mandorle intere, da commercializzare in primavera in prossimità della Pasqua.

Nacque così la “Colomba pasquale Motta, il dolce che sa di primavera“, come recitava l’efficace slogan pubblicitario del geniale Cassandre “Le Magnifique”.

(Cassandre, al secolo Adolphe Jean-Marie Mouron, era una personalità nel mondo della grafica. Aveva reso celebri il transatlantico Normandie e il liquore Dubbonet).

Dopo Motta, i Vergani

Visto il successo della colomba Motta, molti ne seguirono le orme.

I primi furono i Vergani, altra azienda milanese nota per il panettone. Iniziarono nel 1944 nel piccolo laboratorio di pasticceria di Angelo Vergani, in viale Monza.

Erano gli anni della guerra e dei bombardamenti che echeggiavano nel cielo. Ma la voglia di ricominciare e la passione per la pasticceria prevalsero. Così Vergani diventò famoso tra i suoi concittadini e si specializzò nella produzione del vero Panettone milanese. Continuando nel dopoguerra con la colomba pasquale.

La colomba oggi

La colomba è diventata parte della storia italiana.

È così importante da comparire nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole.

È un dolce delicato e soffice, fragrante all’esterno e umido all’interno.

L’impasto iniziale richiede una lievitazione naturale di una notte intera.

La mattina dopo si passa al secondo impasto con l’aggiunta di farina, zucchero, uova e cubetti di arancia candita.

Dopo una mezz’ora di riposo, l’impasto viene porzionato nelle diverse pezzature e lasciato lievitare per altre quattro ore.

Le pezzature vengono disposte negli stampi a forma di colomba e ricoperti con pasta di mandorle, zucchero e amaretto.

Dopo la cottura, riposano per almeno 7 ore prima di essere confezionate.

Le colombe pasquali sono proposte al consumatore in moltissime varianti: ricoperte di cioccolato e granella di zucchero o farcite di crema all’arancio, alla nocciola, ai frutti di bosco, al cioccolato.

Ad ognuno il suo gusto!

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