Terre dei Gaia, neonata azienda vinicola in provincia di Belluno, nata dal sogno di Debora Zanella e Claudio Polesana


di Ariberto Tommaseo Ponzetta. Claudio e Debora, una storia d’amore e di coraggio vissuta tra le vigne.

Oggi il nostro Ariberto ci racconta la favola di una giovane coppia che sceglie di cambiare vita e buttarsi a capofitto in un’avventura enologica e non solo.

Stiamo parlando della neonata azienda Terre dei Gaia, sita a Feltre, dove due giovani ragazzi Claudio Polesana e Debora Zanella con grande entusiasmo decidono di cambiare lavoro e dedicarsi alla viticultura e ai pascoli.

Feltre è in Valbelluna, e in tempi non troppo remoti era terra altamente vocata alla viticultura.

paesaggio valbelluna verde prati feltre

Con l’avvento delle malattie quali fillossera prima e peronospora e oidio in seguito, la viticoltura subì un stravolgimento.

I vitigni autoctoni sparirono e fecero il loro ingresso gli ibridi americani resistenti e immuni alle malattie ma certamente di valore e qualità inferiore.

Tra questi ricordiamo il Baco, Clinton, Isabella, Noah, tutt’oggi ancora presenti sporadicamente in vigneti familiari.

Da non molto un gruppo di viticoltori ha ripreso la coltivazione e sono stati salvati dall’oblio anche diversi vitigni tradizionali come la bianchetta trevigiana, localmente detta bianca gentile, pavana, turca e trevisana o gata.

La zona feltrina fa parte del comprensorio IGT vigneti delle Dolomiti e sono l’ultima zona veneta prima di passare in Trentino. Le terre più vocate sono Fonzaso, Lentiai, Frassene’, Mugnai, tutte contraddistinte da terreni fortemente calcarei , ricchi di scheletro e duri da lavorare.

Mineralita’ e freschezza sono i tratti distintivi dei vini di queste zone.

Altri vitigni usati sono il Muller Thurgau, Manzoni bianco, Traminer e gli internazionali Chardonnay, merlot e pinot Nero.

La neonata Terre dei Gaia possiede 3 ettari di proprietà principalmente siti a Frassene’ di Fonzaso tra i 300 e i 500 metri su terreni ripidi , quasi verticali ma altamente vocati.

Claudio ci chiama dentro in cantina e cominciamo a degustare i vini.

Il primo è una bianchetta in purezza versione ferma che fermenta e affina in solo acciaio e resta a contatto con le fecce fini per circa 6 mesi. È un vino delicatissimo, non alcolico, dove la soffusa mineralita’ fa da base a un ventaglio di profumi eleganti di fiori bianchi e frutta fresca, dove pesca e mela sono riconoscibilissimi. Acidità importante, beverino ma di personalità e soprattutto non banale e non truccato.

La versione spumante extra dry è una carezza al palato dove gli zuccheri residui mascherano l’acidità e apportano al vino delicati sentori di pane. Bollicina cremosa per una valida alternativa al più conosciuto prosecco.

Poi assaggiamo l’altro autoctono, la pavana.

Vitigno abbastanza rustico, tardivo risulta di non facile coltivazione.

Assaggiamo la versione 2017 che fermenta e affina in acciaio. Il vino si presenta di un bel rubino trasparente. Al naso è leggermente vegetale con dei tocchi di frutti rossi, successivamente emergono note speziate di pepe.

In bocca l’acidità e soprattutto la sapidità sono importanti, con il tannino ancora in fase di assestamento ma di buona qualità.

La versione in barrique ci presenta un vino più pronto e con un naso più ampio e speziato. Il legno, seppur presente, dà profondità al vino che si impreziosisce di note speziate quali il pepe bianco e i chiodi di garofano. Tannini più dolci e pronti che arricchiscono il corpo.

Personalmente sono rimasto colpito poiché i vini sono totalmente aderenti al territorio, facendo emergere le loro peculiarità che sono freschezza e mineralita’. Di corpo leggero, ci si può sbizzarrire in innumerevoli abbinamenti culinari. La bianchetta con pesce di lago e fiume nella versione ferma, perfetto il pesce al forno di laguna nella versione spumante metodo charmat.

La pavana invece può affrontare la carne del maiale in maniera eccellente.

La compagna di Claudio, Debora si dedica alla cosmesi partendo dalla coltivazione di erbe officinali in alta montagna.

Inoltre allevano la razza autoctona pecora di Lamon, oggi molto rara.

In cantiere ci sono varie sperimentazioni sulla vinificazione della bianchetta e le prime prove di coltivazione dei vitigni resistenti alle malattie fungine.

Aspettiamo con trepidazione l’occasione di tornare da Claudio e Debora

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2 thoughts on “Terre dei Gaia, neonata azienda vinicola in provincia di Belluno, nata dal sogno di Debora Zanella e Claudio Polesana
  1. Felice di aver nel mio piccolo aver dato una mano nella condivisione del vostro vino . La mia pagina e per 1/3 degli iscritti provenienti dal gli Stati Uniti d America per L esattezza la California

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